Regia di Margherita Buy vedi scheda film
Margherita Buy è una delle migliori attrici europee in attività, la Meryl Streep italiana, autrice di tante memorabili performances con registi del calibro di Nanni Moretti, Giuseppe Piccioni, Ferzan Ozpetek, Carlo Verdone, Marco Bellocchio ecc. Se sulla sua valenza recitativa non è lecito esprimere dubbi, lo si può fare, invece, su questo esordio alla regia con "Volare" che definirei un infortunio artistico, un'opera prima che, a differenza di quella di Paola Cortellesi, non ha le carte per risultare gradita né al pubblico, che ha decretato un sonoro fiasco, né alla critica, che lo ha accolto con sostanziale disinteresse, o lo ha ignorato. Il film è stato giustamente definito un progetto di taglio autobiografico/psicanalitico e si nota il coinvolgimento personale della Buy, che ha inserito nel ruolo della figlia la sua vera figlia Caterina De Angelis, nonché ha parlato di qualcosa di molto personale come la paura di prendere gli aerei, che sicuramente le sarà costata qualche difficoltà nell'ambito di una carriera di attrice soprattutto italiana, ma inevitabilmente aperta anche al mercato internazionale.
La Buy, però, ha voluto un po' strafare, e il difetto principale rimane quello di una sceneggiatura strutturata male, con una prima mezz'ora più simpatica ed effervescente, ma degli sviluppi alquanto triti e stereotipati e, soprattutto, una galleria di personaggi che sembra la sagra della macchietta, a partire dalla protagonista Annabi caratterizzata sempre come un'isterica sopra le righe (e qui la Buy avrebbe dovuto contenersi, visto che i suoi detrattori la accusano da anni di avere abusato di questo cliché), fino all'agente interpretata da una Bonaiuto malamente sprecata, fino al gruppetto di personaggi che fanno il corso per superare la paura del volo, quasi tutti mal definiti e che non riescono a superare una caratterizzazione estremamente sommaria e banalotta.
Qualche battuta va a segno, ma molte altre sono insulse e dopo un po' il film diventa anche ripetitivo, a tratti dando anche l'impressione di una parodia involontaria, con una regia che potrebbe essere definita funzionale, ma che non ha invenzioni particolari che riescano a risollevare davvero l'operazione, e con alcune transizioni tecnicamente eseguite male (soprattutto il brusco passaggio dalla parte del presunto dirottatore al funerale di un personaggio). Fra i caratteristi, oltre alla già menzionata Bonaiuto, Elena Sofia Ricci fa un cameo ingiudicabile, Pietro Ragusa nella parte del critico è uno dei meno credibili e dei più legnosi, un pochino meglio Caterina De Angelis e Massimo De Francovich nella parte del padre, che almeno sembrano credere un pochino nell'operazione. Io ho sempre pensato che se uno è bravissimo nel suo mestiere, forse dovrebbe accontentarsi di fare quello e non desiderare altro, e questo sembra applicarsi perfettamente alla Buy, che come attrice è una fuoriclasse ma come regista sembrerebbe ancora acerba.
Dandogli un voto cinque su dieci, che corrisponde a "mediocre", ho perfino l'impressione di essere generoso, e questo è tutto dire. Voto 5/10
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