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Hit Man - Killer per caso

Regia di Richard Linklater vedi scheda film

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La recensione su Hit Man - Killer per caso

di mck
8 stelle

“Zero Murders. (We made that part up.”) --- Zero Omicidi. (“Quella parte ce la siamo inventata.”)

 

 

Gary Johnson, in arte Ron (Glen Powell), divorziato e in buoni rapporti con l’ex moglie, guida una Honda Civic, abita con due gatti in una suburba residenziale di New Orleans nei pressi del Boulevard intitolato ad Allen Toussaint (la cui splendida “Cast Your Fate To the Wind” innerva magnificamente il film), è un professore universitario che insegna psicologia e filosofia alla University of NO e come secondo impiego per arrotondare lo stipendio lavora part-time per il NO Police Department occupandosi del reparto elettronico a distanza (microfoni spia e videocamere nascoste) appostato coi colleghi in un classico furgoncino scassato e camuffo (una ditta di riparazioni idrauliche il cui logo è un pellicano appollaiato s’un rubinetto) durante le missioni in incognito sul campo volte a cogliere in flagrante gli assoldatori di killer...

 

...$ $ $ ... $ $  ...Sergio Leone...  $ $ ... $ $ $ ... $ $ $ ... $ $  ...Seijun Suzuki...  $ $ ... $ $ $...

 

...prezzolati sino a quando il suo collega d’azione sotto copertura Jasper [Austin Amelio, già col regista per il corale “Everybody Wants Some!!”, e qui, lontano da “(Fear) the Walking Dead”, matthewmcconaugheyano] viene sospeso per violenza ingiustificata e allora tocca a lui prendere il suo posto (coi propri panni: “Ti comporti come se fossi chi vuoi essere e ben presto potresti accorgerti che lo sei!”) sotto copertura fingendosi un sicario (hit man) e camminando sempre in bilico sul teso filo sottile dell’istigazione al reato (manna dal cielo - siamo ancora in uno stato di diritto - per gli avvocati in tribunale durante i processi), e poi incontra, tentando d’incastrarla, Madison Figueroa in Masters (Adria Arjona: “Good Omens”, “True Detective - 2”, “MonsterLand: Palacios, TX”, “Irma Vep”, “Andor”), che mangia un pezzo di torta, e tutto è compiuto.

 

 

Richard Linklater, texano classe 1960 (“Dazed and Confused”, “Before SunRise / SunSet / MidNight”, “Waking Life”, “School of Rock”, “A Scanner Darkly”, “Fast Food Nation”, “Me and Orson Welles”, “BoyHood”, “Last Flag Flying”, “Where'd You Go, Bernadette”, “Nouvelle Vague”), non è Quentin Dupieux né Tarantino, non è S. Craig Zahler e non è John Michael né Martin McDonagh – e fin qui direi che l’acqua calda è servita (nel senso di distribuita) –, ma sa - per rimanere in tema - come apparecchiare una storia (romantica, à la "Happy Accidents"), e al momento dell’ammazza caffè (sul rullo dei titoli di coda chiude con la “Such a Night” di Dr. John) ci si sente appagatamente satolli: partendo dall’omonimo articolo (“Gary Johnson is the most sought-after professional killer in Houston. In the past decade, he's been hired to kill more than sixty people. But if you pay him to rub out a cheating spouse or an abusive boss, you'd better watch your own back: He works for the cops.”) di Skip Hollandsworth pubblicato nel 2001 dal Texas Monthly (il set reale su cui si muoveva il vero Gary Johnson era allestito a Huston, mentre "Hit Man" è dislocato...

 

 

...nell'eterno post-Katrina), e ovviamente colorandola (à la “Fargo”) un (bel) po’ [“Zero murders. (We made that part up).” → Zero Omicidi. (“Quella parte ce la siamo inventata.”)], ma “senza” strafare (e altrettanto ovviamente ecco che le problematiche etico-morali sorgono da quei germi: X “fa bene” ad uccidere Y, ma X e Z fanno bene ad ammazzare W?), scrive col protagonista Glen Powell (che aveva già lavorato col regista mettendo in scena un ruolo minuscolo in “Fast Food Nation” e un altro più consistente nel già citato “Everybody Wants Some!!” e qui - dopo “Scream Queen” - al suo primo vero ruolo più che importante: zelighiano) un film (co-prodotto da entrambi con Mike Blizzard, Jason Bateman e Michael Costigan) che, partendo dalla programmaticità del giochino “scolastico” tra (appunto!) “la Gaia Scienza” di Nietzche (“Perché - credete a me! - il segreto per raccogliere dall'esistenza la fecondità più grande e il diletto più grande, si esprime così: vivere pericolosamente! Costruite le vostre città sul Vesuvio! Spedite le vostre navi in mari inesplorati! Vivete in guerra con i vostri simili e con voi stessi! Finalmente la conoscenza stenderà la mano verso ciò che le spetta: vorrà signoreggiare e possedere, e voi con essa!”) e l’esplicitazione “da manuale” della triade io/ego, super-io/ego ed es/id, con continui rilanci di twist (ad un certo punto si può pure sospettare che X e W siano in combutta), riesce a non essere travolto dall’inverosimiglianza della... realtà [né nazi(onalsociali)sta: ma questo il pòppolo/pubblico non lo sa].

 


Chiudono bene l’ottimo cast: Molly Bernard, Retta, Sanjay Rao, Evan Holtzman e Gralen Bryant Banks.

 

 
Fotografia di Shane F. Kelly, montaggio di Sandra Adair, scenografie di Bruce Curtis, costumi di Juliana Hoffpauir, casting (caratteristi eccellenti) di Vicky Boone, musiche originali di Graham Reynolds e non originali [un catalogo-bayou treme-(nel senso davidsimoniano del termine)-ndo] messe sul piatto dal come sempre encomiabile Randall Poster qui assistito da Meghan Currier: Jelly Roll Morton (Ferdinand Joseph La Menthe), Albert “June” Gardner, Buckwheat Zydeco (Stanley Dural Jr.), Professor Longhair (Henry Roeland "Roy" Byrd), Leon Redbone (Dickran Gobalian), Tuba Skinny, Henry Butler, Alvin “Shine” Robinson, Reuben “Ruby” Braff, Kid Thomas Valentine, eccetera eccetera eccetera, oltre ai già citati Allen Richard Toussaint e Dr. John (Malcolm “Mac” John Rebennack Jr.).

 


Presentato nel 2023 a Venezia, Toronto (dove Netflix l’ha acquistato per 20 milioni di dollari, a fronte dei 9 che costò) e Londra, ha avuto un passaggio limitato nei theater statunitensi (1 mln/$ d’incasso) a fine maggio 2024 prima di essere rilasciato un paio di settimane dopo in streaming in U.S.A., U.K., India e un’altra manciata di nazioni dalla piattaforma di Los Gatos (in Italia uscirà nelle sale cinematografiche a fine giugno distribuito da BIM, per poi molto probabilmente seguire lo stesso percorso multimediale).

 


“Zero Murders. (We made that part up.”) → Zero Omicidi. (“Quella parte ce la siamo inventata.”)

* * * ½/¾ - 7.25       

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