Regia di Wim Wenders vedi scheda film
Nello sguardo finale del protagonista sorrisi e commozione si alternano. Scendono lacrime? Che siano di gioia? Rimpianto? Dolore? In quelle immagini ci siamo rivisti, perché a chi non è capitato con sottofondo un brano di quelli che più amiamo di ripensare alla dura giornata appena trascorsa mentre eravamo alla guida? In quel finale il senso di una vita? Della vita? È un personaggio comune quello pedinato da Wenders impegnato a in un lavoro da schifare, pulire i cessi pubblici. Fosse in Italia presumiamo non avrebbe il coraggio di raccogliere rifiuti a mani nude. Eppure in quel lavoro ci mette passione e dedizione. E allora il messaggio da recepire è che nei nostri lavori quotidiani di merda dobbiamo ricercare il mistero, un fascino recondito? Dobbiamo farlo comunque bene il nostro odiato lavoro? E non dovremmo sentirci in colpa nei confronti di quelli che sono alla disperata ricerca di un’occupazione? Ma soprattutto, dobbiamo comunque trovare un messaggio in un film?
Sotto il cielo sopra Tokio, il mistero riservato a Hirayam è un tris a distanza, lo stupore nel vedere immagini che rievocano sogni, sorprendersi della pioggia, gioire del sole.
Le manie e i riti a partire dal caffè mattutino, frequentare gli stessi posti nel quale sentirsi a casa e rivedere gli stessi volti famigliari. Ci sentiamo ci appartenere anche noi al mondo ancora analogico del protagonista.
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