Espandi menu
cerca
Challengers

Regia di Luca Guadagnino vedi scheda film

Recensioni

L'autore

daveper

daveper

Iscritto dal 28 giugno 2002 Vai al suo profilo
  • Seguaci 6
  • Post 15
  • Recensioni 331
  • Playlist 23
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Challengers

di daveper
7 stelle

Grazie a Luca Guadagnino il tennis diventa un campo di battaglia in cui strategie, errori e trionfi non riguardano solo il corpo, ma anche il cuore. Guadagnino sa come giocare con le aspettative dello spettatore, creando un parallelismo costante tra il gioco sul campo e il gioco dei sentimenti. Per il regista, la fisicità del corpo va oltre la seduzione: è un’entità in costante movimento, in interazione con lo spazio e gli altri corpi, ed è questo dinamismo che conferisce alla rappresentazione una complessità ulteriore. Il corpo cinematografico, in questo senso, diventa un territorio di esplorazione non solo estetica, ma anche psicologica ed emotiva. Guadagnino riconosce il rischio di feticizzare il corpo, di vederlo solo come strumento di piacere visivo; invece, la sua attenzione si sposta sulla sua capacità di narrare attraverso il movimento, di diventare un veicolo di emozioni e tensioni. Nella sua visione, i corpi si scontrano, si intrecciano, si muovono nello spazio non solo per esprimere attrazione o desiderio, ma anche per trasmettere fragilità, vulnerabilità e forza. Il regista sa come trasformare l’interazione dei corpi in una danza che racconta molto più delle parole, esplorando la complessità del desiderio e del conflitto. 

Josh O'Connor, Mike Faist

Challengers (2024): Josh O'Connor, Mike Faist

Nel descrivere ciò che lo ha maggiormente attratto in questo progetto, evidenzia come il dinamismo del film, la sua ipercineticità, lo abbiano spinto a mettere al centro della sua visione il flusso emotivo e visivo, unendo le due dimensioni in un intreccio fluido e inarrestabile. Questo approccio ipercinetico si riflette in un movimento continuo, non solo dei corpi in scena, ma della stessa telecamera che diventa parte integrante del flusso narrativo. 

In molti film, lo sport viene mostrato con un’attenzione alla precisione tecnica, in modo che lo spettatore possa seguire ogni scambio e comprendere lo svolgimento della partita. Guadagnino, tuttavia, rompe questa convenzione e afferma che il tennis, in Challengers, non deve essere presentato in maniera oggettiva, ma come parte integrante della narrazione emotiva e visiva. Il tennis diventa quindi una metafora, uno specchio delle tensioni, dei desideri e delle frustrazioni che emergono nel triangolo amoroso tra i protagonisti. La sua soggettività visiva trasforma il campo da tennis in un’arena dove non si combattono solo partite, ma relazioni, insicurezze e ambizioni personali. 

Zendaya

Challengers (2024): Zendaya

La scelta di una colonna sonora techno non è casuale, ma attentamente ponderata per amplificare il dinamismo delle scene e per trasformare i movimenti dei personaggi in una sorta di coreografia ritmica. Il desiderio del regista è di coinvolgere gli spettatori a livello sensoriale, rendendoli partecipi non solo della narrazione, ma anche dell’energia che permea il film. In Challengers, la musica non è un semplice sottofondo, ma diventa quasi un personaggio a sé stante. Si muove parallela alle performance, accentuando ogni gesto e ogni sguardo, creando un flusso continuo che lega l’azione sportiva al tumulto interiore dei personaggi. 

L’equilibrio tra Tashi, Art, e Patrick è instabile e pericoloso, poiché ciascuno di loro rappresenta una forza autonoma, eppure visceralmente legata agli altri. Guadagnino mette in scena una co-dipendenza che è tanto dolorosa quanto irresistibilmente affascinante.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati