Regia di Luca Guadagnino vedi scheda film
Luca Guadagnino è il nostro regista più internazionale, ormai dedito ad una carriera americana che, dopo aver preso il volo con "Chiamami con il tuo nome", sta riservando parecchie gradite sorprese.
"Challengers" è un triangolo amoroso fra Tashi, Art e Patrick ambientato nel mondo del tennis, è una storia d'amore inconsueta, totalmente destrutturata a livello temporale con continui salti nella cronologia e strutturata intorno a un match fatidico fra i due uomini, che avrà una risoluzione inedita, ovviamente da non rivelare (e mi sembra che l'aspetto "suspense" relativo al vincitore nel finale sia molto coinvolgente e genuino). Un triangolo che solo marginalmente può ricordare il glorioso "Jules e Jim", ma un'opera che non ha paura di inseguire modelli anticonformisti, una sceneggiatura scritta da Justin Kuritzkes che analizza in maniera approfondita le dinamiche di potere e di possesso legate al desiderio in una triangolazione affettiva fra una tennista costretta a un certo punto a ritirarsi per infortunio che diventa coach di Art, nonché sua moglie, ma che rimane sempre invischiata nell'ombra di Patrick, che sembra possedere il segreto per farla cedere anche a poche ore dalla partita così agognata.
Il film ha un ritmo spesso vigoroso nonostante i continui salti temporali e sa esporci in maniera efficace, matura e priva di moralismo i rapporti fra i tre personaggi, tutti caratterizzati e interpretati con bravura, anche se lo sceneggiatore ha fatto un errore non proprio secondario nella scena del passato in cui fa baciare i due uomini in bocca per esplicitare una tensione omosessuale che però rimane in questa maniera molto fine a se stessa, in quanto nel resto del film non fornisce altre piste per farci credere che i due uomini siano mossi anche da questo tipo di desiderio, che rimarrebbe in ogni caso puramente accessorio e del tutto secondario rispetto alla passione divorante per la bella Tashi, che finisce per consumarli a vicenda.
In ogni caso, una sceneggiatura sicuramente valida e complessivamente piuttosto provocatoria, ma anche una regia molto sostenuta di Guadagnino, che non è per nulla interessato al tennis in quanto tale, ma sa comunque valorizzarlo benissimo a fini cinematografici, soprattutto nel match fra Art e Patrick che per la resa visiva può competere con il glorioso precedente della partita di "Strangers on a train" di Hitchcock ed è accompagnato da musiche in stile discoteca che all'inizio possono dare ai nervi, ma dopo un po' solleticano la mente e il cuore dello spettatore.
Per quanto riguarda il terzetto di protagonisti, si può dire che sono molto affiatati fra di loro e hanno fatto un ottimo gioco di squadra, con una Zendaya che dimostra di poter affrontare ruoli più complessi e psicologicamente definiti della ragazza di Spiderman, con un Josh O'Connor che conferma di essere uno degli attori trentenni più talentuosi in circolazione, probabilmente il più bravo nel film, ma anche un Mike Faist dalla fisicità giusta per il ruolo e dall'espressività spesso incisiva. Dunque, un film che inevitabilmente dividerà la critica, che mi auguro possa avere un riscontro il più ampio possibile con il pubblico internazionale, ma anche un'altra bella scommessa vinta da un Guadagnino ben più ispirato rispetto al remake di "Suspiria", che torna a scuotere le platee con un film adulto, non estetizzante come vorrebbero certi detrattori, un'esplorazione del desiderio, dell'ambizione e dei segreti insondabili del cuore.
Voto 8/10
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta