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Don't Look Up

Regia di Adam McKay vedi scheda film

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La recensione su Don't Look Up

di supadany
8 stelle

Ormai siamo alla frutta, stiamo andando a sbattere e non abbiamo la minima intenzione di azionare alcun freno di emergenza, anche perché non ce ne stiamo accorgendo o, più probabilmente, preferiamo semplicemente non vedere, non accettando l’ipotesi di dover rivedere le nostre convinzioni e fare delle rinunce che intacchino abitudini consolidate.

D’altronde, dispersi come siamo in mille cose completamente futili, per non dire inutili, mostriamo un generale disinteresse, non andiamo oltre il perimetro ristretto di quanto influisce sul quotidiano, non alziamo mai gli occhi al cielo, non guardiamo mai oltre la staccionata che ci separa dall’idea di comunità condivisa.

Dunque è ufficiale, meritiamo di fare una brutta fine, di lasciare in altre mani il futuro del nostro pianeta. In ogni caso, non drammatizziamo eccessivamente, se non altro porremo fine a quella che è diventata una lunga e faticosa agonia, pentendoci solo quando sarà troppo tardi per apportare delle correzioni rilevanti, forse giusto in tempo per disporre di una fugace finestra per stringersi con chi ci è stato vicino, anche per un breve periodo o dopo errori che hanno tranciato di netto ciò che d’importante avevamo a portata di mano.

Durante una ricerca, la giovane astronoma Kate Dibiasky (Jennifer LawrenceIl lato positivo) scopre una nuova cometa e Randall Mindy (Leonardo DiCaprio - Revenant), il suo responsabile, ne calcola la traiettoria, che mira direttamente verso la Terra.

Dopo aver avvisato, con irrisorie fortune, il Presidente americano (Meryl StreepKramer contro Kramer, La mia Africa) e il suo braccio destro Jason (Jonah HillThe wolf of Wall Street), insieme al tecnico della Nasa Teddy Oglethorpe (Rob MorganThe unforgivable), decidono di affidarsi agli anchorman televisivi Brie Evantee (Cate BlanchettCarol, Elizabeth) e Jack Bremmer (Tyler PerryL’amore bugiardo).

Quando finalmente gli sforzi sembrano andare nelle giusta direzione e una missione capitanata dal rozzo Benedict Drask (Ron Perlman - Hellboy) sta per compiersi, l’intervento del magnate Peter Isherwell (Mark RylanceIl ponte delle spie) rimette tutto in discussione.

Nel frattempo, la cometa continua ad avvicinarsi e il conto alla rovescia verso l’impatto procede inesorabilmente, tra lo scetticismo della gente e un nuovo avido piano da esperire sul filo di lana, quando ormai sarebbe troppo tardi per provare altre strade.

 

Leonardo DiCaprio, Jennifer Lawrence

Don't Look Up (2021): Leonardo DiCaprio, Jennifer Lawrence

 

Dopo il collasso dell’ecosistema finanziario de La grande scommessa e la deriva politica di Vice - L'uomo nell'ombra, Adam McKay allarga a dismisura il raggio d’azione e porta il suo cinema alle estreme conseguenze, cingendo d’assedio l’umanità intera, per quanto l’azione sia interamente formulata nel contesto a stelle e strisce, utilizzando il disaster movie (da Armageddon in giù) in maniera antitetica a quanto siamo stati abituati a deglutire, cioè andando in direzione opposta al tronfio trionfalismo e alle soluzioni accomodanti che salvano capre e cavoli.

A tutti gli effetti, lo utilizza come mezzo per radiografare e ridicolizzare - orbitare intorno a un virus sarebbe stato troppo banale e controproducente – una società dell’immagine che spettacolarizza fatti e notizie, dove in troppi pensano esclusivamente al proprio orticello, al mantenimento di posizioni privilegiate, mentendo con machiavellica ostinazione.

Più precisamente, allestisce una triangolazione tra la comunità scientifica, che si sgola vanamente per poi essere investita da violente shitstorm, i media, che blandiscono gli spettatori annebbiando loro la vista puntando forte sul clickbait e su successi effimeri, e la politica, concentrata sulla propria sopravvivenza e svuotata di ogni velleità di custodia del bene comune. Praticamente, un sistema schizofrenico in cui chi cerca di fare il proprio dovere viene schernito e preso di mira, bersagliato a suon di pesci in faccia, mentre chi detiene il potere o può diffondere informazioni di vitale importanza, fa orecchie da mercante, guardando esclusivamente a un tornaconto sotto scadenza.

Un’osservazione complessiva che offre una stesura abbondante, per non dire straripante e dispersiva, un fuoco incrociato dal battito cardiaco irregolare, che spara cartucce a raffica, alcune a vuoto ma per la stragrande parte dirette all’unisono verso il bersaglio grosso, utilizzando poca punteggiatura per fare ordine ma anche zeppo di intuizioni squillanti, scandito da una navigazione che esaspera la follia, che non intende fare prigionieri, con infine un tasso glamour spropositato.

Quindi, passando allo scomparto presidiato dagli attori, possiamo sostanzialmente parlare di un gioco di squadra, con una parata di star che vede in prima linea Leonardo DiCaprio, lontanissimo dalle sue interpretazioni migliori (invero, di livello davvero alto, difficilmente eguagliabili, tanto più in una composizione corale) e Jennifer Lawrence in versione ribelle coi capelli rossi, accompagnati – tra gli altri - da una spietata e arrivista Cate Blanchett, un Mark Rylance che ricalca le movenze di quei miliardari visionari che si credono onnipotenti e Meryl Streep che raffigura con irriverente classe i peggiori vizi della classe dirigente, mentre, in parti minori, Ron Perlman dà fiato agli improperi di un bifolco reazionario e l’onnipresente Timothée Chalamet (Dune, Chiamami col tuo nome) è per una volta relegato nelle retrovie.

 

Cate Blanchett, Tyler Perry, Leonardo DiCaprio, Jennifer Lawrence

Don't Look Up (2021): Cate Blanchett, Tyler Perry, Leonardo DiCaprio, Jennifer Lawrence

 

In definitiva, Don’t look up presenta un ritratto impietoso dei tempi bui che ci stanno stritolando, nel quale gli approfondimenti lasciano il campo alla superficialità, dove l’attività di fact checking è vista con sospetto e la divulgazione scientifica viene contestata anche da chi non possiede nemmeno i minimi strumenti per fiatare. Una galoppata compulsiva e arzigogolata, che mette alla berlina la natura contraddittoria dell’essere umano, mostrando la parte peggiore di noi, tra cialtroni e approfittatori, condottieri spregevoli e chi si è rassegnato alla sconfitta, sfiducia e supponenza, con cinismo & sarcasmo, puntualizzazioni e sollecitazioni, una moltitudine di input frullati con ostentata facondia e un sovradosaggio fagocitante.

Composito e febbricitante, spavaldo e amaro.

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