Regia di Denis Villeneuve vedi scheda film
In un'epoca indefinita, il viaggio interstellare è realtà. Esso ha permesso al genere umano di diffondersi nell'universo ed è reso possibile dalla "spezia", un elemento di estrema rarità. Chi controlla la "spezia" ha, pertanto, un potere immenso. In questo contesto, l'Imperatore affida il controllo del pianeta Arrakis, nei cui deserti è disponibile una notevole quantità di "spezia" alla Casata Atreides, privandone gli spregiudicati Harkonnen. Mentre i membri della famiglia Atreides prendono confidenza con l'ambiente di Arrakis, reso sgradevole da una natura ostile ed una popolazione autoctona - i Fremen - ancor meno amichevole, gli Harkonnen si preparano alla riscossa. Tratto dal romanzo omonimo di Frank Herbert, già oggetto di trasposizione cinematografica ad opera di David Lynch, Dune racconta la storia della famiglia Atreides, richiamando, in particolare, l'attenzione dello spettatore sul personaggio di Paul Atreides, giovane figlio del Duca Leto e di Lady Jessica, sacerdotessa dell'ordine Bene Gesserit, i cui membri sono addestrati all'utilizzo di peculiari facoltà, tra le quali quella di manipolare la mente utilizzando specifiche tonalità vocali. La dura reazione degli Harkonnen all'assegnazione di Arrakis porta alla rovina la famiglia Atreides; Paul ne rimane travolto. Perde diversi punti di riferimento, rappresentati, tra l'altro, da persone care. Si trova a doversi confrontare con la dura società Fremen, in costante affanno per le difficili condizioni di vita sul pianeta. Corre gravi rischi ma ha l'opportunità di conoscere l'affidabilità di alcuni sogni ed altri segni premonitori, che lo indicano protagonista di un eccezionale futuro. Alla descrizione di questo percorso di formazione, reso di notevole interesse dai connotati del personaggio di Paul - apprende attitudine all'azione dai suoi addestratori; lealtà e disciplina dal padre; rudimenti del misticismo e del controllo mentale dalla madre - la sceneggiatura intreccia la narrazione della contesa tra le due famiglie. E' anch'essa molto interessante poichè è lasciato intendere che è figlia di un confronto più ampio; l'Imperatore - un personaggio che non appare, in realtà motore degli eventi - temendo l'ascesa della Casata Atreides, agisce al fine di scatenare contro essa l'odio della crudele famiglia rivale. Immagino che tale tematica troverà sviluppo nei probabili sequel. Il regista Denis Villeneuve prende tutto il tempo necessario per tratteggiare con cura tale contesto. La sua ricostruzione è molto evocativa; concede molto spazio alla rappresentazione della natura e delle colossali strutture artificiali di Arrakis; delle attività umane, nelle quali sono ravvisabili elementi di diverse epoche del passato; suggestioni classiche si accompagnano a costumi che richiamano l'inizio del XX secolo. L'azione non è elemento predominante; ce n'è ma è funzionale all'evoluzione della trama. Quanto si vede, comunque, è spettacolare. Come già scritto, la storia rimane in sospeso. I sequel sono inevitabili. Gli attori interpretano i loro personaggi senza infamia ne' lode; mi sarei atteso qualcosa in più sotto questo aspetto. Nulla posso scrivere circa la fedeltà all'opera di Herbert, non avendo letto il libro. Il film appartiene al sottogenere fantascientifico della "space opera"; manca quasi del tutto, però, il "senso del meraviglioso". Eventi, recitazione e tonalità - colori scuri o conunque spenti, colonna sonora con temi "lancinanti" di Hans Zimmer - sono drammatici. E' un'opera molto diversa dai vari episodi di "Guerre Stellari"; avventura ed azione passano in secondo piano, poichè la narrazione si concentra sullo sviluppo del personaggio del protagonista e sulle complesse dinamiche che contrappongono i centri di potere dell'Impero. Se ne può trarre una visione pessimistica del futuro; biechi interessi commerciali, giochi di potere, avidità, ne regoleranno le dinamiche. Un film non per tutti, dunque. E' "adulto" nei temi ed ha ritmo molto lento, capace di spegnere l'entusiamo di chi cerca esclusivamente l'intrattenimento. A me è piaciuto, e sono stato felice di averlo potuto vedere in un cinema, nel quale ho fatto ritorno dopo quasi due anni.
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