Regia di Timo Tjahjanto vedi scheda film
La notte su di noi (Night Comes For Us) è un film indonesiano scritto e diretto da Timo Tjahjanto.
Il film è visibile in esclusiva su Netflix.
Sinossi: Ito (Joe Taslim) è un letale gangster, legato alle triadi; fa parte dei cosiddeti "sex seas", sei caporali d'elitè spietati e senza scrupoli. Durante una missione si rifiuterà di giustiziare una bambina, in lui si innesca una sorta di pentimento ma una volta entrati in questo mondo è impossiibile uscrine...
Timo Tjahjanto, il regista del film, nonostante la giovane età (classe 1980) si è ormai definitivamente affermato come nuovo maestro dell'action-movie,decodificando il genere attraverso una regia innovativa ed audace.
Dal film collettivo V/H/S/2 del 2013 (dove tra l'altro ha collaborato con Gareth Evans, il gallese è sicuramente una fonte d'ispirazione per l'indonesiano) fino ad arrivare all'ottima e duratura collaborazione con il connazionale Kimo Stamboel (cito il l'interessantissimo Headshot ://www.filmtv.it/film/127456/headshot/recensioni/894095/#rfr:film-127456) di strada ne ha fatta e con questo La notte su di noi è passato alla regia in solitaria, optando per un approccio assai particolare, come vedremo a breve.
Partiamo con una premessa fondamentale: il film è pressochè privo di sceneggiatura. Il regista attraverso una battuta di uno dei suoi vilain mette tutto nero su bianco, a scanso di equivoci: «è bello chiacchierare, ma pensiamo ad ucciderci».
Certamente è una scelta molto singolare ma a visione conclusa possiamo ritenerla azzeccata; il regista è consapevole di quanto sia ormai saturo il genere, che presenta film con trame e soggetti triti e ritriti, per questo motivo avrà pensato "bando alle ciance e pensiamo a menare le mani".
Ovviamente non è un ingenuo, a tra una mazzata e l'altra prova a proporre qualcosa di interessante; il protagonista è molto legato ad una serie di personaggi, tra cui il mitico Iko Uwais (probabilmente il miglior artista marziale in circolazione); il loro legame ricorda, con i dovuti paragoni, alcuni stilemi del maestro John Woo, nello specifico il film Bullet in the head e nonostante il genere differente, ritroviamo gli stessi temi come l'amicizia virile, il sacrificio, la redenzione oppure il tradimento.
Ma l'omaggio a Woo rappresenta solo un filo sottilissimo e l'obiettivo principale rimane quello di proporre sequenze action mozzafiato ed estreme, certo in futuro ci aspettiamo film più completi.
Con Timo siamo di fronte ad una nuova frontiera dell'action-movie; Il regista ci regala due ore di pura azione, coreografata e messa in scena in modo del tutto originale. La macchina da presa non è mai ferma e segue con moviementi trasversali ed angoli di ripresa disparati il suo protagonista, sempre impegnato a difedersi da ondate di nemici.
L'azione è quindi frenetica, tuttavia i combattimenti sono chiarissimi, il montaggio è molto equilibrato e molte volte è offuscato da una regia estremamente brillante, in grado di proporre soluzioni stilistiche quasi mai viste: diverse scene iniziano con un'inquadatura a piombo con la macchina da presa che improvvisamnete inizia a muoversi o con carrellate orizzontali oppure ruotando su se stessa con movimenti a 180 °gradi.
I vari combattimenti si sviluppano quasi sempre in interni, il regista è bravissimo a fra interagire alla perfezione i suoi personaggi con l'ambiente circostante, dove qualsiasi cosa può trasformarsi in un'arma mortale (ancora una volta bisogna ringraziare il cinema hongkonghese).
Un altro aspetto evidente del film è l'audacia del regista; Timo non ha paura di mostraci sequenze estremamente brutali; onestamente non avevo mai visto una ragazzina colpire ripetutamente alla gola un nemico con un frammento di vetro e questo vi assicuro che non è nulla se paragonato ad altre scene del film.
La violenza è dunque eccessiva, a tratti disturbante raggiungendo vari climax splatter notevole, ma non pensate di trovarvi di fronte ad un film di serie B, il tutto è rappresentato nel modo più realistico possibile.
Il regista inoltre alterna molto bene la steadicam alla macchina a mano, arrivando addirittura con l'utilizzare la snorricam
Nonostante la non presenza della trama, Timo non rinuncia nel creare personaggi interessanti, certo sono messi in scena in modo iper-stilizzato ma risultano pur sempre intriganti poichè dotati di molto carisma.
Pensiamo al "macellaio" Yohan oppure all'enigmatico Chien Wu (tramite tra i Sex Seas, ed i capi delle triadi) interpretato da Sunny Pang (tra i massimi interpreti del cinema indonesiano contemporaneo), quest'ultimo seguito da una serie di killer brutali come la bionda Elena oppure Alma (entrambe dotate di armi particoalri).
Sceneggiatura: 4
Regia: 9
Coreografia d'azione: 10
Prendere o lasciare, a voi la scelta
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