Regia di Michael Noer vedi scheda film
Non ho letto il romanzo; non ricordo di aver visionato - almeno negli ultimi venti anni - l'illustre omonimo del 1973, pertanto ho visto questo film senza pregiudizi. Nella Parigi degli anni '30, vive Papillon, abile ladro e persona abituata a godersi la vita. Accusato ingiustamente di un omicidio, maturato negli ambienti della mala, Papillon e' condannato all'ergastolo e deportato in una colonia penale della Guyana Francese. Determinato sin da subito a tentare la fuga, il protagonista stringe un legame con Dega, un falsario all'apparenza troppo tenero per sopportare a lungo la routine del carcere. Aiutandosi a vicenda, ed avendo in comune l'idea di evadere, i due diventano amici. Il film racconta la storia di Papillon non solo in rapporto alle durissime prove cui e' sottoposto, ma anche in funzione del legame di strettissima amicizia che lo lega al compagno di prigionia. Vediamo infatti come molti tra gli elementi comuni nelle storie "carcerarie" - secondini corrotti e spietati, compagni di prigionia violenti ed abbrutiti, punizioni inumane ed una natura ostile - siano presenti. Essi, pero', non piegano la ferrea volonta' del protagonista, ingiustamente detenuto, che riesce a rimanere "umano" non solo grazie ad essa, la quale tiene sempre viva la speranza, ma anche per il sostegno dell'amico Dega, che certamente e' reciproco. Il prodotto mi e' sembrato ben realizzato. Il film non racconta molto della vicenda giudiziaria di Papillon, preferendo concentrarsi su alcuni tentativi di fuga, dei loro preparativi, e degli avvenimenti conseguenti. Come e' prevedibile, l'ambientazione e' per lo piu' limitata ad interni ed esterni carcerari, boscaglie - non propriamente tropicali - e localita' marine e costiere. Nella media la recitazione; Charlie Hunnam interpreta discretamente i variegati stati d'animo che, nel corso degli anni, prova il protagonista, dalla speranza alla sofferenza, passando per la rabbia. Bravo Rami Malek, nei panni di Dega, un personaggio che si rivela molto piu' tenace di quanto ci si aspettasse all'inizio della narrazione. Buon film, unisce i canoni del genere "carcerario" ad un'ambientazione inconsueta, una colonia francese degli anni '30 nella quale i diritti umani sembrano ancora sconosciuti, e alla storia parallela del consolidarsi di una vera amicizia.
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