Regia di Michael Noer vedi scheda film
NEI CINEMA ITALIANI DAL GIUGNO 2018
VISTO SU PRIME VIDEO A FEBBRAIO 2022
Il bagno penale di Caienna riduce pelle e ossa, smagrisce l’anima e prosciuga la psiche. L’isolamento sull’ île du Diable per due anni una prima volta e per cinque anni una seconda, non è però bastato ad annientarti, Papillon. E le onde dell’oceano ti spingono verso la storia.
Papillon (2017): Charlie Hunnam
Impossibile non parlare di questo Papillon del 2017, girato dal danese Michael Noer (ben poco in precedenza, ma il suo Before the Frost qui su Filmtv gode di una più che discreta valutazione media, seppure risultante da soli tre utenti… ) senza affiancarlo allo storico, inimitabile e omonimo lungometraggio del 1973 di Franklin J. Schaffner, con due mostri quali Steve McQueen e Dustin Hoffman.
Papillon (2017): Rami Malek, Charlie Hunnam, Michael Socha
Un accostamento che avrebbe potuto bruciare in partenza quest’opera, anch’essa sceneggiata (Guzikowski) dal romanzo-memoir di Henri Charrière, il vero Papillon, soprannome dello scrittore franco-venezuelano che portava il tatuaggio di una farfalla stampato sul petto. Accostamento che, invece, valorizza un film senz’altro meno prezioso – e anche meno difficile – e più commerciale del suo predecessore, ma degnissimo e raffinato nella fotografia (Bogdanski) che descrive la tropicalité della Guiana francese e della famigerata, inumana colonia penale che comprendeva anche la prigione dell’Isola del Diavolo. I luoghi in cui Charrière dal 1933 al 1945 fu incarcerato per un delitto mai commesso.
Papillon (2017): Charlie Hunnam, Rami Malek
Un’opera, insomma, gradevole per fattura, che non tradisce il debito d’importanza dovuto alla vera storia dei protagonisti e che, come detto, non fa rimpiangere l’illustre precedente, se non per un cast un tantino più modesto. Per capirci, il pur lodevole Charlie Hunnam (nel cast dell’applaudito The Gentlemen del 2020 ma soprattutto protagonista di Sons of Anarchy nel 2008) non è McQueen/Papillon e Rami Malek (che sarebbe esploso l’anno successivo come protagonista in Bohemian Rhapsody) non è Hoffman/Louis Dega. Eppure, anche in questo caso, il paragone non è sconveniente. I due interpreti attuali non tentano di scimmiottare le mosse dei due ‘maestri’ di quasi due generazioni precedenti – anche se li ricordano per alcune naturali analogie fisiche - e regalano interpretazioni solide e paritetiche nel creare senso di immedesimazione nello spettatore e partecipazione della loro odissea carceraria.
Papillon (2017): Charlie Hunnam, Rami Malek
Insomma, il Papillon dei giorni nostri sconta una fattura meno autoriale e qualche strizzata d’occhio alla benevolenza dello spettatore medio, ma è un film senza dubbio da recuperare. Magari, andando a rivedere anche l’antenato del 1973, disponibile in abbonamento sempre su Prime Video. Voto 7,8.
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