Regia di Kornél Mundruczó vedi scheda film
Un esodo implacabile, una morte per ferimento che invece procura un dono miracoloso: la capacità di volare. E un medico colluso che aiuta il nostro uomo ma per continuare a lucrare indebitamente. Fascino tanto, carne al fuoco troppa per un pasticcio imbarazzante.
CANNES 70 - CONCORSO
Europa dell'Est: un giovane ventenne sta attraversando col padre il confine per immigrate clandestinamente insieme ad altri disperati.
La polizia li rintraccia, il barcone che sta attraversando il lago per raggiungere la sponda straniera si ribalta; padre e figlio si perdono di vista. Annegano in molti.
Il ragazzo giunge a riva e scappa per il bosco, ma presto viene raggiunto proprio dal direttore del campo profughi poco distante, tenace oppositore del flusso migratorio in costante ascesa.
Costui blocca il giovane puntandogli contro un ordigno e, a seguito di una mossa falsa e sfuggente del ragazzo, gli spara a sangue freddo tre colpi mortali. Anziché morire il giovane migrante impara a lievitare in aria, e le sue ferite iniziano a cicatrizzarsi rapidamente, in modo magico, fuori da ogni umana coerente spiegazione scientifica.
Scopre tutto ciò un medico del campo profughi che lo prende in cura assieme agli altri disgraziati: uomo corrotto costui, che è dolito accettarevricompense dai disgraziati in cambio di favori, e che vive nel rimorso a seguito di una morte per negligenza avvenuta sul tavolo operatorio mentre esercitava in evidente stato di ebbrezza ai danni di un paziente.
Costui saprà utilizzare le doti del ragazzo per guadagnare altri soldi indebitamente, ma si impegnerà a proteggere il giovane e ad aiutarlo a trovare il padre, o ciò che è rimasto di lui.
Il regista ungherese dell'acclamato White Dog al Certain Regatd 2014, non abbandona la voglia di concedersi ad una fantascienza che mantiene contesti contemporanei molto marcati, alla Tarkovski per intenderci, ma stavolta l'ambizione lo fa letteralmente sbroccare verso una trama che parte bene, incalzante ed accattivante, per ricondursi ad un pasticcio tutto inseguimenti e svolazzi sulla folla estatica, che non possono non suscitare un certo imbarazzo.
Peccato perché il film presenta pure una direzione accurata, scenografie elaborate, vedute aeree che prediligono l'effetto vertigine e rotazioni su se stesse come a darci il senso dell'ebbrezza da vuoto sotto i piedi.
Ma tutto ciò non basta per giustificare una vicenda oltremodo rocambolesca, che sfrutta una tematica molto contemporanea, l'immigrazione clandestina e chi vive dietro questi drammatico esodo di massa, come contesto di una complessa e sin troppo elaborata spy story che non trova alla fine appigli validi per giustificare tutta l'azione messa in campo.
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