Regia di Brian Smrz vedi scheda film
CINEMA OLTRECONFINE
Un killer statunitense, in crisi dopo aver perso moglie e figlioletto, coinvolto in una pericolosa missione, viene circuito da una collega dell'est e da questa ucciso a bruciapelo dopo una concitata sparatoria al temrmine di un lungo inseguimento.
Riportato temporaneamente in vita da un siero sperimentale che gli lascia 24 ore di tempo prima del decesso definitivo, l'uomo dovrà lottare contro il tempo per cercare, entro quei limiti di tempo ristrettissimi, di scovare la banda di criminali che gli ha ucciso consorte e bambino: per questo si avvarrà della collaborazione preziosa della sua stessa assassina, a sua volta incastrata nella vicenda e pure lei col figlio nelle mani dei gangster.
Dozzinale come trama e frutto della direzione di un regista dal curriculum non esattamente raffinato (un Brian Smrz il cui cognome senza vocali comunica già di per sè velocità e rumori repentini di schegge o proiettili al silenziatore), 24 hours to live tuttavia ha dalla sua una serie di scene concitate dirette davvero bene, forti di lunghissime sequenze di inseguimenti e sparatorie riprese in modo piuttosto godibile.
Pure il protagonista, Ethan Hawke - faccia stropicciata quanto basta, fisico ricucito a dovere, che alterna con estrema indifferenza e sobrietà produzioni d'autore con opere commerciali affrontate quasi sicuramente a fini di pura sussistenza retributiva (come questa) - si rivela pertinente e godibile, e il filmetto funziona bene, prevedibile ma in grado di regalare un'ora e mezza di divertimento senza troppi pensieri, ed in giusto grado di adrenalina.
In poco più che un cameo, intravediamo un bolso e gigioneggiante Rudger Hauer, mentre Liam Cunningham è il cattivo di turno così detestabile che finiamo per augurargli la mala sorte a cui è destinato nel concitato finale esplosivo, esagerato ma voyeuristicamente plateale.
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