Regia di Jonathan Teplitzky vedi scheda film
Winston Churchill,nei tre giorni prima dello sbarco in Normandia. Biopic poco credibile
Siamo nel giugno 1944, alla vigilia dello sbarco degli Alleati in Normandia, durante la seconda Guerra Mondiale. Il protagonista principale, ovvero il Primo ministro britannico, Winston Churchill, è in uno stato di febbrile tensione, teme di ripetere gli stessi sbagli militari della Battaglia di Gallipoli del 1914, durante la Grande Guerra, che costarono al Regno unito, tantissime vite umane distrutte ed è preoccupato, per il futuro dell’Europa, sta studiando un nuovo piano per sconfiggere l’esercito nazista. Il film si concentra sui tre giorni precedenti al D-day, le ore immediatamente antecedenti a quell’avvenimento decisivo. Nessuna battaglia, ma al centro dello schermo sempre e soltanto Churchill, il primo ministro britannico tormentato dai dubbi, sulla necessità di quell’operazione rischiosa, che poteva comportare il sacrificio di migliaia di vite umane e infatti, effettivamente si tradusse in un macroscopico bagno di sangue, che tuttavia fu l’asso nella manica, che consentì agli alleati di vincere la guerra
Lo scozzese Brian Cox interpreta nella pellicola,un Churchill malandato,che invece sappiamo che visse altri vent’anni, un tipo collerico, alcolizzato, indeciso, ottuso,, tutte caratteristiche contraddette, dalla sua biografia nota, da cui invece emerge uno statista di spessore ciclopico, uomo carismatico e volitivo, di tempra e di carattere ferreo, anche se soggetto a brevi periodi depressivi, promotore di leggi sociali avanzate, e primo ministro inflessibile durante il Blitz di Londra. La sua resistenza isolata, nell’attesa di russi e americani ,fu strategicamente geniale e gli consentì di averla vinta e insieme agli alleati di sconfiggere Hitler, impresa fondamentale per il destino del mondo intero, pensate cosa sarebbe diventata l’umanità, se i nazisti avessero avuto la meglio. Poi in altri momenti della vita politica, prese anche decisioni discutibili, ad esempio negò gli aiuti indispensabili al Bengala durante la carestia del 1942, che fece tre milioni di morti. È stato insomma un gigante politico non privo di ombre. La sua fu una lunga e intensa vita. Ma il Churchill creato da Jonathan Teplitzky e interpretato da Brian Cox non coincide con la figura di uno dei più grandi uomini politici di tutti i tempi, di enorme levatura culturale, dai tanti interessi, versatile, perfino un ottimo pittore. Sullo schermo invece vediamo agitarsi un anziano signore nevrotico e brontolone, che nessuno più segue. La moglie Clementine, lo rimprovera e zittisce, i generali, l’americano Eisenhower e il britannico Montgomery, lo ascoltano con noncuranza, come fosse un vecchio rimbambito. Tuttavia pur non esaltante il film che mostra un Churchill improbabile, se non altro mette in evidenza una situazione interessante, con un primo ministro ansioso di avere gli americani al suo fianco in una guerra che non può vincere da solo, ma che sentendosi poi all’ombra della loro potenza cerca di imporsi agli alleati indispensabili ma invadenti. Nel dramma del Churchill di Jonathan Teplitzky, c’è il vecchio impero britannico al tramonto e quello dei cugini americani che trionfa. La Storia stava cambiando corso. Conviene andarsi a vedere “l’ora più buia”, per capire meglio il personaggio
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