Regia di Daniel Espinosa vedi scheda film
NEI CINEMA ITALIANI DAL 23 MARZO 2017
VISTO SU NETFLIX NELL’APRILE 2022
Per verificare l’esistenza di vita su altri pianeti, l’uomo organizza una missione spaziale internazionale grazie alla quale, su Marte, troverà Calvin. Dallo stato cellulare l’Alien si rivelerà proprio il limite che non doveva essere oltrepassato. In un futuro non troppo distante dal presente la Terra non è diventata poi questo granché, almeno non da far smaniare gli astronauti della stazione scientifica per un rapido ritorno a casa. “Non ho nessuna voglia di tornare da quei figli di puttana”, sussurra – più o meno - uno dei protagonisti nel corso del dialogo meno banale del film. Eppure il suo ultimo gesto sarà proprio sacrificare sé stesso per salvaguardare l’ormai tanto ripudiata umanità.
Ormai è pieno il Cinema di storie fantascientifiche su un futuro distopico in cui gli esseri umani sembrano sempre giocarsi l’ultima carta rimasta loro in mano. Il sottogenere della base spaziale in cui convivono pochi cervelloni legati fra loro da rapporti più o meno armoniosi, impazza e inevitabilmente la minestra servita allo spettatore rischia di essere stancante perché ormai poco originale.
Con questo Life - Non oltrepassare il limite del regista svedese Daniel Espinosa (non male l’action Safe House - Nessuno è al sicuro nel 2012, col grande Denzel Washington) si torna alla vecchia idea dell’alieno portato a bordo – questa volta in pompa magna - che inizialmente suscita stupore e finanche tenerezza, per gettare in breve tempo l’equipaggio nell’orrore totale. Insomma, il messaggio lanciato dagli sceneggiatori hollywoodiani sopra tutti (in questo caso gli specialisti di zombie-horror Rhett Reese e Paul Wernick), è che sarebbe consigliabile farla finita con le passeggiate planetarie in cerca di nuovi presunti amici e magari dedicarsi - dico io - a godersi e rispettare il pianeta e la vita che già abbiamo.
C’è una certa qualità nel cast assoldato dalla produzione Columbia Pictures con Skydance, a cominciare dall’ormai veterano, seppure ancora giovanile, Jake Gyllenhaal (nei nostri cinema dallo scorso 23 marzo col nuovo action di Michael Bay, Ambulance), qui costretto nella tuta spaziale dello scienziato David Jordan, troppo traumatizzato e fragile a causa del passato di soldato che ha subìto le brutture della guerra e quindi poco credibile come componente di un team che richiederebbe entusiasmo e fermezza da parte di tutti. Al suo fianco si muove un’efficace Rebecca Ferguson (reduce dai successi di Dune, 2021, ben sei statuette portate a casa nell'ultima edizione degli Oscar) nei panni dell’ufficiale Miranda North, impegnata fino alla fine ad arginare l’inopinata potenza di Calvin, che in poche ore dalle dimensioni di una gomma da masticare si è trasformato in una sorta di piovra gigante, determinata a sterminare l’equipaggio della stazione e a raggiungere la terra per, si presume, causare la progressiva estinzione degli umani. Minutaggio a orologeria per un sacrificato Ryan Reynolds (già diretto da Espinosa come personaggio principale di Safe House) nel ruolo dell’ingegnere di bordo Rory Adams, coraggiosissimo e proprio per questo destinato a fare i conti molto presto con il nuovo nemico. Ritroviamo Hiroyuki Sanada (conosciuto nel 2003 grazie alla parte nel bellissimo L'ultimo samurai), che fa il suo compitino nei panni del tecnico giapponese. Spazio anche per due semi carneadi quali Olga Dihovichnaya che impersona la russa comandante della base spaziale e Ariyon Bakare (a mio avviso innegabile la forte somiglianza con l'inimitabile Don Cheadle), il biologo tetraplegico innamorato della strabiliante scoperta ma primissimo a rendersi conto del dramma in cui la stessa getterà lui e i suoi colleghi.
Il pregio di quest’opera è senz’altro il ritmo sostenuto, la qualità degli effetti speciali e la costanza della tensione che fino alla fine consente la dovuta immedesimazione con questa drammatica avventura nello spazio. Il limite è senz’altro l’abuso dei classici stereotipi rubati all’horror puro e, come già detto, la mancanza di originalità complessiva. Detto ciò, può essere divertente e coinvolgente, in particolare per gli amanti dei film spaventevoli, più che per quelli della fantascienza di qualità. Voto 6,6.
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