Regia di Sergio Castellitto vedi scheda film
Il film di Castellitto non è un capolavoro, tutt'altro, ed in effetti ha diverse manchevolezze, a cominciare dalla scrittura del personaggio dello psicoanalista, fino alla sua interpretazione da parte di un attore sopravvalutato come Stefano Accorsi. Però non escludo che un'opera del genere sarebbe potuta piacere a Pasolini. L'intellettuale assassinato - insieme alla Anna Magnani di Mamma Roma - è la musa di Fortunata che, pure, nel titolo, ricorda un celebre film con Giulietta Masina diretto da Eduardo De Filippo (Fortunella). Qualcuno potrebbe obiettare come sia questione oziosa - argomentando con un bel «chi se ne frega?» - domandarsi se il film sarebbe potuto piacere a Pasolini. Ma il regista di Accattone e Mamma Roma è una pietra di paragone ineludibile per chi, ancora oggi, voglia fare cinema di poesia nelle periferie romane. L'impressione, infatti, è che oggi come cinquanta/sessanta anni fa sussistano alcune delle condizioni sociali e sociologiche descritte da Pasolini. Anzi, a me sembra che negli ultimi tempi ci sia quasi un revival pasoliniano, con la presa a modello anche di Anna Magnani quale interprete (in questo senso è da considerare molto positivamente la prova di Jasmine Trinca). La miseria morale si intreccia ancora con quella materiale, così come ad esse si alternano lampi di genialità e di grande umanità, nel film di Castellitto, allo stesso modo che nelle opere, non solo cinematografiche, di Pasolini. (26 maggio 2018)
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