Regia di Sergio Castellitto vedi scheda film
Fortunata è una giovane madre e donna che tenta di realizzare il suo sogno di aprire un eserizio di parrucchiera, nonostante un rapporto non semplice con la figlia; le vessazioni fisiche e psicologiche dell'ex-marito; le mille difficoltà della vita quotidiana in una Roma contemporanea, con le sue tentazioni ed iniquità. Pur essendo a portata di mano la realizzazione del sogno, esso sfuma, anche se la conclusione in parte aperta lascia intravedere la possibilità che esso possa divenire realtà; tuttavia, la protagonista riesce a rinsaldare il proprio rapporto con la figlia. Il ritmo della narrazione è sostenuto, e l'interesse dello spettatore rimane sempre acceso grazie alla recitazione di alcuni degli attori. Molto brava Jasmine Trinca nei panni della protagonista, tratteggiata come una popolana d'altri tempi. Ha un passato triste ed un presente burrascoso, come raccontato un po' per volta nel corso della narrazione; una madre sconosciuta, un padre tossicodipendente deceduto quando lei era una bambina; sposata presto con un bullo, di occupazione guardia giurata, separata altrettanto presto e in costante lite con l'uomo, che non perde occasione per farle violenza, umiliarla, tentare di sottrarle la figlia. Sopravvive facendo la parrucchiera a domicilio, ed accumula denaro per poter realizzare il suo sogno, con estrema tenacia e tentando di bilanciare i ritmi imposti da una vita frenetica, con le necessità affettive della figlia, - che, nel suo egoismo infantile, non perde occasione per ferire la madre. Fortunata, però, è anche una giovane donna; non perde occasione per divertirsi, cedere a qualche vizio, concedersi momenti di svago. L'evoluzione degli eventi, non perdona questi cedimenti alla protagonista; che, tuttavia, fino alla fine, non si arrende, e - immaginiamo - anche dopo la conclusione della narrazione, continua la sua battaglia quotidiana per la sopravvivenza nel proprio ambiente, un quartiere popolare di Roma, in cui la multietnicità è ormai radicata, rappresentato con particolare oggettività. La storia di Fortunata s'intreccia con quella di "Chicano" - interpretato da Alessandro Borghi - un vicino di casa dalla personalità border-line, innamorato della protagonista, psicologicamente instabile, e non affidabile, seppur di buona indole; affranto per la sorte della madre, un'anziana attrice di teatro malata di Alzheimer. Poco credibile per ruolo e recitazione è invece il personaggio interpretato da Stefano Accorsi, uno psicologo che, avendo in cura la figlia della protagonista, s'innamora di Fortunata e alterna tentativi di "saltarle addosso" a rivendicazioni di etica professionale e deontologia. Le premesse della vicenda sono plausibili; meno realistica l'evoluzione, con la conseguenza di minarne la credibilità. Alcuni "colpi di scena" sembrano inseriti ad arte per accentuare la drammaticità della narrazione, che soffre anche per alcuni "buchi" della sceneggiatura. Non è chiaro, infatti, perchè la protagonista, dopo aver rifiutato una prima offerta, ceda alla tentazione di rivolgersi agli usurai, e come sia possibile che nell'arco temporale di pochi giorni, costoro le sottraggano la disponibilità dei locali della futura attività. Un film con pregi e difetti; ad un'ottima caratterizzazione di alcuni personaggi, fa contrasto la scarsa credibilità della vicenda, soprattutto nella seconda parte.
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