Regia di Chris Peckover vedi scheda film
un frullato thril-edia che intrattiene e disgusta, più che spaventare, per un terrificante serial-killer in fieri
non può non tornare alla mente il tormentone di inizio anni 90, "mamma ho perso l'aereo".
non può per l'ambientazione natalizia, non può per via dei genitori che se ne escono ad una cena e lo lasciano in casa da solo, ma con la baby sitter.
alta borghesia con la solita casa a due piani in una zona bene dal vicinato sicuro che vigila e che non teme la criminalità(serrature praticamente inesistenti e vetrate che si affacciano sui rigogliosi giardini, come le porte con la carta di riso giapponesi)e un figlio unico con un amico sfigato che però a 12 anni già sfumazza le canne procurate, o rubate,(d)al fratello maggiore.
"farai meglio a prestare attenzione" è un dito puntato al diabete e al colesterolo a 270 del 99,9% dei film con ambientazione natalizia.
innanzitutto il "bambino" , "bisognoso" di baby-sitteraggio è un preadolescente con le idee molto chiare su ciò che vorrebbe; belloccio, cresciuto insieme ad ashley la ragazza che lo accudisce mentre i genitori escono con gli amici e che ora se ne sta andando al college a prendere in mano la propria vita.
inizia come commedia intrisa di natalismo, ma già con qualche crepa scricchiolante; la madre (una virginia madsen gonfia, come dice di sè al ritorno dalla cena)col mal di testa a furia di sentire in loop le canzoni di natale, lascia ashley con raccomandazioni riguardo il figlio che sembra soffrire di sonnambulismo.
anche se la breve recensione insinua dubbi riguardo il tranquillo svolgersi della trama, non si è veramente pronti a tutto ciò che succederà nei quasi novanta minuti di film.
che il natale per molti nel corso degli anni si trasformi in qualcosa da spacchettare e re-impacchettare nel giro di un mesetto, tra l'8 di dicembra e il 7 di gennaio nel migliore dei casi, o nel peggiore dei casi una corona di spina con annesso cilicio, non è una novità.
festa per piccini che credono nelle favole o per adulti che credono nella natività e per chi non crede una buona occasione per passare qualche ora con gli amici, magari di fronte ad un camino, a gustare una bottiglia di prosecco.
regista e sceneggiatore con le idee molto chiare e precise, pescano a piene mani nei cubi da supermercato tra gli sconti di fine stagione degli addobbi natalizi, ma anche tra gli strilli disperati di molteplici scream-queen assediate dal maniaco di turno.
il film è talmente politicamente scorretto che si tifa assolutamente per il lieto fine; lo si cerca, lo si brama, perchè tra un sorrisetto e un giro di danza alla macaulay culkin dopo ogni vittoria contro i poveri villains del super successo del 1990, si arriva a provare una tensione macabra così alta da essere tentati di cambiare canale.
il sorriso di commiserazione , si orrizzontalizza in una ferita tirata da cui si intravedono i denti stretti e finisce in una maschera allibita e terrorizzata, ma ancora incredula sul futuro che attende le vittime e lo spettatore.
quello che sembra un filmetto sempliciotto per facili saltelli sulla poltrona è un percorso in una mente malata già pienamente formata, ma che attende il LA per tramutarsi in un jack qualsiasi pronto a costruirsi la propria casa di orrori e nefandezze da tramandare ai posteri nel capitolo cronaca nera.
provatelo, vi causerà ansia.
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