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Your Name.

Regia di Makoto Shinkai vedi scheda film

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Genga009

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La recensione su Your Name.

di Genga009
4 stelle

Fresco di sala cinematografica, mi metto a scrivere adesso a tutto fuoco [o fo(c)o]. 

Your Name! di Makoto Shinkai...

 

 

locandina

Your Name. (2016): locandina

 

 

Dunque, ammetto di non essere (stato) obiettivo rispetto a questo artista perché fondamentalmente ha due problemi: è retorico e ripetitivo fino allo sfinimento [questo è il suo sesto lavoro come autore e regista e ancora non si scosta dal dramma adolescenziale - poetico quanto si vuole ma uff... -] e fa parte - indirettamente/involontariamente magari - di un gioco deleterio per il cinema che ha il nome di "business". Un gioco che lo ha inglobato, impacchettato ed infiocchettato dalla testa ai piedi!

Your Name! già dalle prime proiezioni in Giappone aveva dato l'idea di essere una bomba magnetica per cash, ma nessuno avrebbe mai pensato qualche mese fa che questo sarebbe diventato addirittura il quarto film più visto di sempre nel Paese del Sol Levante [dietro solo a Titanic, La Città Incantata e Frozen] e avrebbe riscosso il successo che sta avendo ora nel mondo. In un ambiente lavorativo rigido, difficile e pesantemente meritocratico come quello giapponese, tutto questo gonfiare Shinkai mi puzza. Mi ha sempre fatto storcere il naso fin dai tempi di 5 centimetri al secondo: anime enormemente sopravvalutato.

 

Le cifre di Your name! erano impressionanti ---> [//www.filmtv.it/post/33863/kimi-no-na-wa-titolo-inglese-your-name-un-opera-inarrestabil] ed ora sono chiaramente aumentate.

 

Ma andiamo avanti. Scriviamo del film, senza fare paragoni o pesanti digressioni sul tutto e sul niente.

 

 

scena

Your Name. (2016): scena

 

 

Premessa: al cinema sono stato molto colpito dal video-messaggio del regista. Ho apprezzato il gesto [e spero che non avesse la pistola del produttore dietro la telecamera puntata contro, che sia stato un invito puro e sincero ad apprezzare la sua opera].

 

Il film è stato ispirato da una delle serie animate che da adolescente ho guardato più voracemente [si può capire anche il perché]: Ranma ½. E porcamiseria si vede!

A partire da questo input si sviluppa una trama che fino a due terzi del lungometraggio risulta piatta e con un solo punto interessante, di cui parlerò più tardi. La scelta dello scambio nel sogno lo aveva già avuto quel genio di Kon anni fa [lo ha avuto Tsutsui in verità ma va beh], ma prima ho detto che non avrei fatto alcun paragone spocchioso, quindi mi limito a: 

- da inizio a 1/3 = Ranma ½ + Paprika

- da 1/3 a 2/3 = Ranma ½ + Paprika

Gli unici particolari che hanno attirato la mia attenzione sono stati i dettagli descrittivi del Giappone odierno, dai termos per la colazione ai piccoli autoparlanti in casa, e tutto ciò che è presente, in verità, nelle ambientazioni dove vive la ragazza. 

D'un tratto, senza alcun preavviso, cambia tutto. Gli elementi [due, quelli centrali] che prima, certo, sembravano importanti ma fino ad un certo punto, adesso si rivelano essere i veri pilastri della storia, ciò che plasma tutto il racconto. Ad un certo punto tutto diventa decisamente più interessante ed il film non assomiglia più ad una lunghissima puntata di una serie animata d'ammore, che prima per lo scarso spessore e la banalità dei contenuti, per un montaggio a tratti da vera e propria sigla o music-video e per alcune canzoni e musiche dei Radwimps che sono - questo chiamatelo pure parere personale - pessime [come quelle di Miss Hokusai, anche se qui non vanno a minare il contesto storico dell'opera, anzi, lo rafforzano] sembrava veramente uno di quegli OAV che ora scorrazzano per i peggio siti di streaming [per me non a caso c'è anche VVVID che distribuisce il film. Si vede che è proprio fatto ad hoc per fare soldi questo lungometraggio. Che nervi...]. Dopo un notevole colpo di scena, devo ammetterlo, il restante terzo di visione procede con alti e bassi a livello di sceneggiatura, con prolisse situazioni lacrimevoli e cliché cotti a puntino e serviti sul grande schermo. Il finale, invece, si sviluppa attraverso sequenze inizialmente godibili, "giuste" per poi sfociare in quelle conclusive che: soltanto Mine negli ultimi mesi è riuscito a farmi cascare le palle così tanto e per così tanto tempo. 

 

 

scena

Your Name. (2016): scena

 

 

La poetica di Shinkai nella sua ultima fatica, sviluppata ancora attraverso situazioni romantiche adolescenziali, si delinea in due elementi centrali che compongono il corpus narrativo dell'intera opera: il nastro e la cometa. Il primo elemento si può ricondurre al "filo rosso del destino" proprio del folklore giapponese; esprime il legame che può unire due o più persone prescindendo dai limiti imposti dallo spazio e dal tempo. L'unione è definita attraverso le esperinze che i due protagonisti hanno l'uno nel corpo dell'altro, e la distanza che li separa può essere inibita solamente da legami spirituali molto intensi che caratterizzano i loro sentimenti. La migliore sequenza del film è quella dove il giovane precipita in un limbo - visionario - nel quale il filo ricongiunge i due ragazzi ed in cui è messa in scena la storia della protagonista. Questa è la sequenza di più alto livello concettuale e grafico dell'intero lungometraggio: indispensabile per la narrazione, evocatica, rivelatrice e realizzata in una stupenda e grezza grafica tradizionale al 100% [rodovetro pesante!]. L'altro elemento, la cometa, è il simbolo naturale catastrofico [mascherato da un'immensa bellezza visiva], stimolante nei due protagonisti del desiderio di incontrarsi, che, nel corso della storia, si sviluppa in vera e propria voglia di vivere. 

 

 

scena

Your Name. (2016): scena

 

 

Ci sono almeno due argomenti che sono stati lasciati a se stessi: l'elemento del filo intrecciato come simbolo della conservazione delle tradizioni [oltre a quello che si ricollega al nastro], unico punto di forza della prima metà del film, ed il rapporto conflittuale tra la protagonista ed il padre. Molti dei personaggi secondari sono descritti parzialmente ma si rivelano comunque sempre utili in qualche modo alla narrazione, anche se restano nell'ombra per la maggior parte delle vicessitudini. Personaggi ben definiti, invece, oltre ai due buoni protagonisti Taki e Mitsuha, sono la sorellina della protagonista [bambina usata perlopiù in simpatici teatrini che, tuttavia, risulta sveglia e attiva in ogni situazione], la nonna di Mitsuha e la cameriera del ristorante italiano - dal nome "Il giardino della parole" - dove lavora Taki. 

 

Shinkai è ossessionato dal cielo [spazio] e da ciò che lo compone, dal(la) tempo(ralità) e, come 5 centimentri al secondo [va beh, almeno un paragone lo faccio, tanto è sempre suo!], grazie all'ottimo team della CoMix Wave Films, Your Name! presenta delle animazioni e, soprattutto, una fotografia eccezionali che puntano ad esaltare la magnificenza di questi due elementi fisici, le cui originali rappresentazioni elevano per l'ennesima volta il livello del mediocre lavoro autoriale del regista, le cui fondamenta si presentano molto carenti e spesso sterili di contenuto per dibattiti post-film o anche solamente per riflessioni. Non sono presenti nemmeno delle considerazioni, se non minime, sul ruolo della gioventù odierna e sul senso dell'amore ai giorni nostri, che sono le caratteristiche del film che traspaiono in maniera più importante e decisiva.

In definitiva, Your name! è un film inefficace sotto molti punti di vista, che punta quasi esclusivamente sui fattori emozionali per cercare di colpire più pubblico possibile; un buon intrattenimento, se è questo ciò che si vuole.

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