Regia di Colin Trevorrow vedi scheda film
Film che vorrebbe ambiziosamente essere strappalacrime ma che non procura nemmeno una emozione per colpa di una sceneggiatura sciattissima. La storia è un pout pourri di situazioni già viste ennemila volte, raccontate in una maniera telefonatissima. Volendo gli sceneggiatori strafare, sommano tanti diversi elementi per commuovere, senza approfondirne nessuno. Basta il bambino prodigio atteso da un tragico destino? (risposta: no, e allora bisogna fargli scrivere un diario la cui credibilità è sotto il tappeto) Basta una madre single e un po' svampita? (risposta: sì, dato che vive una vita senza nessuno nessuno nessuno dei problemi che attanagliano ogni madre single) Basta una bambina vicina di casa vittima di molestie? (risposta: sì, perché il copione non le assegna nemmeno una battuta, confidando nei suoi lunghi capelli e nei suoi tristi occhioni). Basta un medico che si innamora della madre di un suo piccolo paziente? (risposta: sì, perché poi si muore di noia) Basta una preside fredda e chiusa, che poi si riscatta nel finale? (risposta: sì, perché si confida negli spettatori adulti con l'età mentale di un ottoenne che non si chiedono perché la necessità delle sue "prove incontrovertibili" venga meno per l'emozione di un balletto, e perché due volanti della polizia che, sulla base di una semplice segnalazione telefonica, si precipitino all'istante e a sirene spiegate sul luogo di un presunto delitto che si protrae da anni).
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