(Attenzione: spoiler). La progressione di Brandon Cronenberg è stata esponenziale e nulla ha a che fare con il suo essere figlio di David. Certo, l’esordio Antiviral evidenziava punti di contatto con la poetica del genitore, mentre Possessor, poco considerato anche fra i seguaci del genere, rivelava un’evoluzione sorprendente che però non lasciava certo immaginare il salto quantico di Piscina infinita: presentato al Sundance 2023, il film rappresenta senz’ombra di dubbio la dichiarazione politica più audace del regista.

Lo scrittore James Foster (Alexander Skarsgård), in vacanza sull’isola di Li Tolqa con la moglie Em (Cleopatra Coleman), incontra Gabi (Mia Goth) e il suo compagno Alban (Jalil Lespert). In fase di stallo con il suo nuovo libro, James cova un un rancore che alimenta le tensioni con la moglie, mentre Gabi e Alban, al contrario, sembrano guidati da un principio di piacere assoluto, incuranti del regime poliziesco che governa Li Tolqa, dove vige un coprifuoco spietato.

Un pomeriggio, Gabi sorprende James nascosto dietro un cespuglio per urinare e lo masturba vigorosamente. La sera, mentre sta rientrando a casa in auto ubriaco, James investe un passante, uccidendolo. Il capo della polizia Tresh lo arresta e lo condanna a morte. Quando finalmente l’uomo ammette la sua colpa, il poliziotto lo informa sul peculiare sistema legale di Li Tolqa: per una cifra esorbitante, può clonare il suo corpo, che sarà messo a morte per mano del figlio della vittima. La pena capitale è eseguita e messa in scena come una performance. James scopre che tutti i suoi nuovi amici hanno subìto diverse condanne a morte e vivono in una dimensione di assoluta asocialità, godendo sadianamente delle loro ripetute esecuzioni.

Brandon Cronenberg mette in scena un puntualissimo saggio sulla fine del dolore e della morte, e intrecciando indissolubilmente il concetto di colpa alla punizione, e la punizione al dolore, crea un teatro della dissoluzione del patto sociale di rara lucidità. Il punto terminale della storia coincide con la fine del corpo inteso come esperienza unica e non riproducibile. Come se avesse spostato dall’opera d’arte al sistema della punizione le riflessioni di Benjamin sulla riproducibilità, Cronenberg mette in piedi un processo nitidissimo di derealizzazione del principio di realtà. Burroughsianamente, niente è vero e tutto è permesso. Da perfetto polemista, però, il regista ambienta questo teatro sadiano in un regime totalitario nel quale solo il denaro permette di elevarsi al di sopra dell’etica e della morale e, in ultima analisi, della giustizia.

E non è un caso che, sadianamente, il nuovo patto sociale si scontri con la possibilità della riproduzione infinita dei corpi (i cloni da giustiziare) e il dolore che questi sono in grado di sopportare (De Sade aveva “risolto il problema” offrendo in dotazione alle sue vittime una resistenza sovraumana alle torture e una capacità orgasmica altrettanto infinita per avvalorare le sue tesi). Piscina infinita è la fine della Storia. E le immagini che chiudono il film, nella loro indeterminazione, sono di una malinconia... infinita. L’inferno è un campo di possibilità equiprobabili.
Il film
Piscina infinita
Horror - Canada, Ungheria, Francia 2023 - durata 117’
Titolo originale: Infinity Pool
Regia: Brandon Cronenberg
Con Mia Goth, Alexander Skarsgård, Thomas Kretschmann, Amanda Brugel, Cleopatra Coleman, John Ralston
in streaming: su Apple TV Mediaset Infinity Rakuten TV
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Sciocchezzaio di figli d'arte che girano con altri figli d'arte per figli d'arte. Senza incassi. Ma de gustibus. Chissà, forse la performance è il futuro del cinema ? Ma Giona non risponderà mai.
Ciao, ti rispondo io al momento.
Il film non è in sala ma in streaming (noleggio o vendita). Io l'ho visto e non mi convinto ma non è affatto da buttare. Tu l'hai visto?
Poi... Se la tua domanda è "La performance è il fututo del cinema" posso provare a passarla a Giona. Vuoi aggiungere qualcosa?
Ciao, Luca. Lo so bene che il film è su piattaforma: l'ho visto lì! Quanto al parere, direi che non sono molto distante dai nostri recensori qui, sul sito. Come sai, tra le mie provocazioni c'è anche quella di chiedere risposte che non arrivano mai. A volte, questa decisa scollatura tra gli articoloni in home page e i post degli utenti (che mi ha spinto a commentare, piuttosto che a pubblicare) sembra assumere caratteri snobistici - per carità, è solo un'impressione piccolissima - mentre, ed è solo il mio parere, avrebbe dovuto consentire il confronto con quel "gotha" che "pubblica davvero". Tutto qui. Un caro saluto, M
Ciao Maurizio, colgo l'occasione per specificare una cosa che riguarda quelli che tu chiami gli articoloni. Ci sono due tipi di articoli che vengono pubblicati in questa sezione. Quelli che vengono dal giornale come questo, ossia i "Cinerama", i "Serial Minds" i "Mubi", i "The Film Club". E quelli che vengono scritti appositamente per filmtv.it come Aurora, Spoiler!, Overlook, Funny People. Gli autori dei primi, quelli ripubblicati, non sono spesso neanche a conoscenza che i loro articoli sono disponibili anche qui, sono scritti per il settimanale e qui trovano una seconda vita che non li coinvolge direttamente e quindi è strutturale che non partecipino. I secondi, invece, sono scritti espressamente per essere pubblicati qui. E il fatto che non siano recensioni ma approfondimenti o visioni laterali o specifiche non è un caso! Sicuramente su questi ultimi possiamo fare di più e meglio come partecipazione degli autori. Mi impegnerò personalmente a chiedere la loro disponibilità a mettersi più in gioco!
Grazie per il commento, ti mando un saluto.
Visto mesi fa , spero esca anche per l’home video
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