C’è una storia d’amore, fra Bastien e Chloé. C’è, nel senso che aleggia intorno a loro, si risveglia nel buio quando lui la vede per la prima volta, di notte, nel cottage dove starà per le vacanze, proprietà di un’amica di famiglia, madre di lei. Si annida in prossimità dello sguardo con cui Bastien la circonda, mentre si finge morta («ma non lo sembro abbastanza»), mentre fuma assieme a coetanei frivoli che lo guardano dall’alto in basso, e mentre piange di nascosto da loro. C’è una storia d’amore vivida nel vento che fa danzare i capelli di Chloé secondo una coreografia segreta, come un incantesimo (ed è possibile che, prima di tutto, Bastien si innamori della sua chioma mobile, viva e inafferrabile). C’è la promessa di una storia d’amore fra Bastien e Chloé.
Allora perché nella stanza di lei troneggiano, in primo piano, inevitabili, le locandine di Psyco e Nosferatu, e un poster di Senza volto, lo spirito di La città incantata che vaga attraverso le pareti cercando, con muta disperazione, qualcuno a cui votarsi? Ma naturale: perché tra Bastien e Chloé c’è anche una storia di fantasmi. Sta in mezzo a loro, insieme ponte e ostacolo: perché Chloé la sogna, la desidera, la inventa (sarà davvero annegato qualcuno, nel lago che tanto ama?), e perché Bastien la vive in continuazione, sognando e desiderando l’erotismo di un contatto impossibile con la ragazza, e inventandosi, dentro la solitudine di un’estate in cui non esiste nient’altro che lei, la vertigine solamente scopica di un primo amore che, alla stregua di uno spettro, non può farsi carne né raggiungere la realtà.
Tout se tient nell’opera d’esordio, presentata alla Quinzaine 2022, di Charlotte Le Bon, attrice per Hallström, Gondry e Zemeckis (immaginiamo di rinvenirne qui alcune tracce, nella love story che costeggia la tragedia e nelle sue ombre nascoste) e regista con «un gusto per la stranezza». Le Bon trae questo suo primo lungo da Una sorella di Bastien Vivès, graphic novel dal sapore autobiografico d’una pulizia descrittiva che lascia margine a colori nuovi, alle malinconie che in sceneggiatura partecipa a creare François Choquet, fra le penne di Ma nuit, romance erratico in una Parigi fantasma, e che la fotografia di Kristof Brandl, pittore di lucenti suggestioni per AURORA (il videoclip Queendom), impasta in un 16 mm che è già emulsione di nostalgia, passato, ricordo in essere.
Lo spazio infinito del coming of age, del primo amore, della piccola morte, rende a un tempo banali e preziose le contraddizioni e i tormenti di Bastien e Chloé (Joseph Engel e Sara Montpetit, bravi entrambi a convogliarli senza languidi tergiversamenti). Ma più percorrono quel ponte che li separa, e trascolora il gap anagrafico (lui ha 13 anni, lei 16) che in un altro contesto, altrove, li avrebbe mantenuti inconciliabili, più avanza un sentimento perturbante, vera ossessione di Le Bon, centrale nel suo corto Judith Hotel (2018), su un uomo prigioniero di un’eterna veglia, smarrito nella propria horror story, anche lui già fantasma. Oppure sono gli spettatori - noi - a esserlo, acquattati nel buio a spiare l’amore, come Bastien con la silhouette di Chloé, aspettandone la fine?
Il film
Falcon Lake
Drammatico - Canada 2022 - durata 100’
Titolo originale: Falcon Lake
Regia: Charlotte Le Bon
Con Jeff Roop, Monia Chokri, Karine Gonthier-Hyndman, Sara Montpetit, Joseph Engel, Pierre-Luc Lafontaine
Al cinema: Uscita in Italia il 29/06/2023
in streaming: su Rai Play
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