A 23 anni dall’esordio, e alle soglie dei 70 titoli, bisognerebbe dedicare uno studio e una personale all’opera di Sgarbi. Un’editrice, una promotrice e animatrice culturale, un’industria a sé stante. E un’autrice. Fuori formato (letteralmente: questo è un mediometraggio), lontana dalle mode e dai modi del cinema del reale, ostinata nel perseguire la propria strada (evidentemente segnata da Luciano Emmer) e destinata - per nome ingombrante e ricerca non incasellabile - ai fuori concorso.
Questo bel ritratto di Migliori è buon pretesto, per noi, per appuntare i caratteri di quella cosa che un tempo avremmo chiamato poetica: 1) La scelta del genere. Ritratto, dietro le quinte, intervista, memoriale, critofilm. Un mandato didattico: prendersi cura della cultura, rispettarla (anche e soprattutto con lo stile, l’acribia del dettaglio, l’alto valore produttivo), divulgarla; 2) Una dimensione relazionale cruciale: il set è un laboratorio, la regista è in ascolto, il soggetto (un artista, qui) è messo in grado di reinventare l’opera, contrattarne le misure, essere co-autore. Questo è un film anche di Nino Migliori. Una conversazione;
3) La gioia artigianale del fare, la meraviglia infantile del trovare e scoprire le forme, le soluzioni, i ritrovati (come in un gioco: qui la mimesi, la rincorsa felice, delle idee fotografiche del soggetto); 4) Il pudore del fantasma autobiografico, la necessità educata di un rispecchiamento: nel rapporto tra Nino e la moglie Marina, immagine e desiderio che entra ed esce dalla scena, c’è una possibile versione ridotta di Lei mi parla ancora, il film sui suoi genitori girato da Avati, sintetica, folgorante.
Il film
Nino Migliori. Viaggio intorno alla mia stanza
Documentario - Italia 2022 - durata 42’
Regia: Elisabetta Sgarbi
Al cinema: Uscita in Italia il 15/12/2022
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