Discrete o tuonanti, piatti montaggi o piccole opere d’arte, obblighi tecnici o esplosioni di creatività, i titoli di testa sono sovente, se non la prima cosa che ricordiamo di una serie televisiva, certamente l’ultima che dimentichiamo. Vera e propria porta d’ingresso, quella sequenza introduttiva non è mai innocente e ci insegna qualcosa sul mondo nel quale stiamo per entrare. Prima del 1999 era consuetudine saltarla, si avanzava rapidamente per arrivare direttamente al sodo. Chi scaricava le serie illegalmente scopriva addirittura che qualcuno l’aveva sollecitamente cancellata facendogli risparmiare qualche chilobyte. Poi il debutto de I Soprano, un road movie di novanta secondi sul groove degli Alabama 3, gira la chiave e precipita lo spettatore nell’età dell’oro della televisione. I titoli non serviranno più soltanto le informazioni principali (tema, attori, luogo, tono...) ma diranno l’identità di una serie televisiva.
Spinti dalle note degli Alabama 3 e realizzati da Allen Coulter e da Phil Abraham, i titoli dei Soprano non hanno la purezza grafica di altre serie HBO (Six Feet Under, Mad Men...), sono più abbozzati, più confusi, sono una ballata ingarbugliata di interscambi stradali e di edifici suburbani afferrati al volo su una combinazione intrepida di blues e di elettronica. David Chase per I Soprano sceglie “Woke up this morning” che giureremmo scritta per Tony Soprano: “Mama always said you’d be the chosen one...”, il passaggio rivela un umorismo nero non appena scopriamo il rapporto del protagonista con la madre, e poi naturalmente quel refrain martellante (“Got yourself a gun...”) che gli dice di prendersi quello che è suo.
Al volante della sua Chevy Suburban, è un ordinary man sbucato dal Lincoln Tunnel e diretto in New Jersey. È il tragitto di un pendolare che lascia la metropoli per rientrare nella sua periferia. Nello specchietto retrovisore scorre il décor newyorkese di Santo Loquasto, lo skyline, la Statua della Libertà, le Torri del World Trade Center, che spariranno nella terza stagione. L’inquadratura, il montaggio, la scelta della canzone definiscono subito l’eroe come una figura singolare, un uomo da non trascurare.
Fuori, nella rumorosa solitudine dell’autostrada, accomodato sul suo SUV sovradimensionato, Tony ha tutto ma carbura nostalgia. Si lascia alle spalle un terreno finzionale, indietro resta New York, quartier generale del crimine organizzato e luogo privilegiato di padrini e bravi ragazzi. Il film di Martin Scorsese si apriva anche lui al volante.
Tony Soprano è un pioniere che abbandona un territorio di fiction per investire in un territorio vergine dove James Gandolfini pianta la sua leggenda e la incarna. Seduto in macchina, l’ultimo dei classici e il primo dei moderni dona indicazioni senza parlare. David Chase ‘taglia’ il suo corpo rabelaisiano: un braccio, una mano, gli occhi, la parte inferiore del volto che vedremo nella sua pienezza soltanto a destinazione. Tony è il solo ad apparire sullo schermo, conducendo la sua vettura con padronanza, è lui che dirige, è lui che ha il controllo della sua vita e del suo destino. I ‘gioielli’, un orologio, un anello, un bracciale d’oro, sottolineano la sua ricchezza e il suo materialismo, come il sigaro tra le labbra e le mani robuste identificano il carattere virile e la potenza sessuale che irriga tutta la serie.
Dietro il finestrino intanto scorrono una chiesa, che rivela il sentimento religioso bruciato al fuoco dei suoi peccati, il cimitero, che evoca la morte onnipresente in ogni episodio, la macelleria, che palesa l’appetito pantagruelico e la bulimia omicida. Frammenti di città e pezzi d’uomo tagliati insieme, ordinati, assimilabili fino a creare il ritratto di un “difficult man”, prodotto del suo ambiente ma distinto da esso, un’isola in un flusso di traffico. La sua vita balena tra i fotogrammi, famiglia, denaro, religione, sesso, cibo, vendetta, mentre il titolo della canzone serve una scena rituale, sempre la stessa, il risveglio domestico.
Perché dopo i titoli e in tutte le mattine del mondo, Tony Soprano si sveglia ‘a pezzi’, entra in cucina, apre il frigo, si siede a tavola e si perde nella contemplazione di una scatola di cereali o nella ruminazione di un’idea nera. Il tragitto dei titoli è la calma tra due tempeste, l’intervallo tra gli affari di famiglia e la famiglia, è un fluire di insegne che terminano a “Pizzaland” ma Tony procede oltre, oltre il cuore storico dell’immigrazione (Newark) per andare più lontano, verso una solida dimora borghese, al riparo dal tumulto del mondo. A destinazione il suo viso appare infine nel quadro, crucciato e torvo, apprenderemo presto a comprendere cosa significhi “la luna blu negli occhi”. La presentazione è fatta, l’onesto lavoratore è a casa. Ma le sue preoccupazioni non finiscono, sono appena cominciate. Dietro la porta si prepara la più feroce delle battaglie. Home sweet home, really?
La serie tv
I Soprano
Poliziesco - USA 1999 - durata 53’
Titolo originale: The Sopranos
Creato da: David Chase
Con James Gandolfini, Lorraine Bracco, Edie Falco, Crystal Fox, Jack Dimich, David An
in streaming: su Sky Go Now TV Amazon Video
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