Il 1985 è l’anno in cui l’Argentina celebrò il processo ai membri delle tre giunte militari che insanguinarono e infangarono il corpo, l’anima e la coscienza di una nazione dal 1976 al 1983. Cos’è una giunta militare, cosa sono i desaparecidos, come si perpetrò la pratica sistematica del rapimento, della tortura e dell’omicidio è ormai parte dell’immaginario globale, ma quasi nulla conosce lo spettatore (e il cittadino) occidentale di come funzionò quell’esercizio del potere democratico che, dopo la rinuncia della Corte marziale di giudicare nove esponenti delle forze dell’ordine, vide un tribunale civile, un procuratore (Julio Strassera) e il suo aggiunto (Luis Moreno-Ocampo) esercitare un potere pericoloso, difficile, contrastato a tutti i livelli della società, comparabile soltanto a quello esperito a Norimberga. E quindi ottenere giustizia.
Per questo Santiago Mitre (classe 1980, Il Presidente, Paulina, ma anche sceneggiatore per Pablo Trapero), Mariano Llinás (1975, La flor, e co-sceneggiatore costante di Mitre) e Ricardo Darín (1957, il più grande attore argentino vivente) si prendono tutte le libertà storiografiche e creative di cui hanno bisogno per costruire un racconto di esemplare e inossidabile semplicità e immediatezza visiva, narrativa e ideologica, perfetto per il pubblico della piattaforma Prime Video, oltre (e forse più) che per quello dei festival (in concorso alla 79ª Mostra di Venezia, ha vinto il premio FIPRESCI).
Scritto in quattro atti (che potrebbero essere tre puntate brevi da 40’), girato in formato 1.50:1 con l’ormai (neo)classica Arri Alexa (che imbeve schermo e occhio di una cromia elementare ed esatta), non ha nessun problema (e pudore) a recuperare il registro della comedy famigliare (come contrappunto e sostegno alla missione storica del suo Eroe), dell’epica spiccia (la squadra di procuratori aggiunti giovanissimi, entusiasti, emotivamente sensibili prima che civilmente coscienti) e della contrapposizione tetragona tra buoni e cattivi, che quasi si trasfigura nel campo e controcampo tra il luciferino Jorge Rafael Videla che legge la Bibbia mentre Strassera pronuncia la sua declaratoria finale.
La tesi è la coalescenza tra dramma sociale e collettivo e implicazione soggettiva e individuale, che può assumere forme diverse (complicità, indifferenza, convenienza, sottomissione, fino al diventare testimone diretto, e quindi vittima) ma che finisce sempre per esprimersi attraverso un sentimento (di godimento o paura) e più spesso un senso (di impunità o di colpa). Non a caso gli episodi più forti nascono da agnizioni (la presa di coscienza della madre di Moreno-Ocampo), scontri (la velata reprimenda all’inattività di Strassera durante la dittatura) o conferme (l’affetto della moglie e dei figli). Fino all’applauso liberatorio, al festeggiamento, che Mitre ricorda di aver percepito da bambino. Ne deriva un cinema totalmente emotivo, e per questo costruito con lucidissimo calcolo: si direbbe costume film (o film per la televisione), ma altrove hanno già imparato a riconoscerlo come public history.
Il film
Argentina, 1985
Drammatico - Argentina, USA 2022 - durata 140’
Titolo originale: Argentina, 1985
Regia: Santiago Mitre
Con Ricardo Darín, Peter Lanzani, Carlos Portaluppi, Norman Briski, Alejo Garcia Pintos, Alejandra Flechner
Al cinema: Uscita in Italia il 23/02/2023
in streaming: su Amazon Prime Video Timvision
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