Ancora prima dell’inizio del film, quando appaiono i cartelli dei vari Studios coinvolti nella produzione – Sony, Columbia, Marvel, ecc. – le immagini sono subito segnate, o meglio graffiate per evocare lo “scratch” che caratterizza l’hip hop, da vari effetti. Prima tra tutti la retinatura nella luce che brilla sulla scritta Sony e che si fa sempre più evidente nell’ingrandimento.
Le incursioni di codici grafici estranei a quelli tradizionali delle major hanno un’accelerata già pochissimi frame dopo, quando arriva il cartello della Columbia, con la sua incarnazione dell’America che tiene una fiaccola. La sua luce è da subito retinata, ma non è che l’inizio. All’immagine si sovrappongono altri segni, colori estranei e la donna viene persino sostituita da due versioni disegnate una in aura di santità e un’altra iconoclasta: una piratessa che agita la sciabola. Anche la consueta sigla Marvel, che già evoca immagini a fumetti, è ulteriormente sporcata da ulteriori elementi grafici e questo continua per tutti i cartelli successivi, mentre in colonna sonora cresce un suono simile a quello di un jet in partenza, a sua volta “disturbato” da altri rumori e – appunto – dal tipico scratch dell’hip-hop.
Ironicamente tutto questo accumulo frenetico si conclude con un’immagine puramente da fumetto ma senza alcuna distorsione, che arriva al culmine e all’esaurimento del crescendo sonoro: il serioso e ridicolo logo “Approved by Comics Code Authority”, effige di un tempo ormai superato e richiamo ai comics dei decenni che furono, per il solluchero del pubblico più nerd.
Tutto questo introduce le coordinate stilistiche del film e i suoi temi, ancora prima che non solo la narrazione ma persino la sigla abbia inizio: abbiamo i retini, il rimando nerd della Comics Code Authority, le sporcature grafiche e sonore in stile scratch e le “varianti” della donna della Columbia. E di varianti parlerà questo film, immerso in un hip-hop fumettistico, dove Spider-Man sarà sostituito da un suo erede spirituale che incontrerà poi altri Spider-Man, provenienti da diversi universi, ognuno caratterizzato da un proprio codice estetico – come del resto sono diversi per stile i disegni che vengono sovrapposti alla donna della Columbia.
Segue una micro-sigla dove i cartelli retinati hanno un font che richiama i fumetti e le scritte hanno un contorno simile a quello delle più esplosive onomatopee. A questi cartelli sono intercalate inquadrature nello stile animato del film, ma i suoni sono coperti dalla colonna sonora elettronica e “scratchata”. Si tratta in tutto di quattro cartelli e cinque inquadrature, che occupano meno di una ventina di secondi.
Quando la musica si spegne, una voce accompagna le tavole interne di un fumetto di Spider-Man, disegnato nello stile di Erik Larsen e quindi evocativo degli anni 90. L’albo si richiude fino a mostrare la copertina e la voce over riassume la vita di Spider-Man, con inquadrature che riprendono scene della sua versione più nota al grande pubblico: quella portata al cinema da Sam Raimi.
Questo riassunto di situazioni e frasi celebri, su tutte – “Da un grande potere derivano grandi responsabilità” – ci presenta in pochi secondi la trasformazione di Peter Parker in Spider-Man, la morale che apprende da un angelico Zio Ben, le sue gesta eroiche e la sua relazione sentimentale con Mary Jane. Di nuovo però non senza ironia: viene citata anche una delle scene più ridicole di Spider-Man 3, con l’Uomo Ragno che balla per strada, inoltre c’è un elenco del merchandising di Spider-Man che include sia cose di successo, come la sigla dello storico cartone animato, sia un terrificante gelato. Questo tripudio di citazioni pop rielaborate secondo lo stile grafico del film, con le sue sporcature quasi subliminali e abbondanti split-screen, arriva ad anticipare gli scontri con i villain che seguiranno. Si tratta di flashforward davvero flash nella loro rapidità, che preludono al climax di questa variante di Spider-Man.
La sequenza di presentazione dura in tutto poco più di un minuto e contiene anche due frasi che saranno presto smentite: la prima è che Spider-Man trova sempre un modo di tornare indietro, mentre morirà poco dopo, e la seconda è che c’è un solo Spider-Man, quando il film ne introdurrà addirittura altri sei. Ognuno con una sequenza simile a questa, capace di riassumere i punti chiave del personaggio e mostrarne le differenze che caratterizzano ogni variante.
Si chiude così un incipit di impressionante densità per stile e sintesi narrativa, emblematico del tonitruante tour de force di invenzioni e soluzioni grafiche che caratterizzerà l’intera durata di Spider-Man: Un nuovo universo.
Il film
Spider-Man: Un nuovo universo
Animazione - USA 2018 - durata 110’
Titolo originale: Spider-Man: Into The Spider-Verse
Regia: Bob Persichetti, Peter Ramsey, Rodney Rothman
Al cinema: Uscita in Italia il 25/12/2018
in streaming: su Apple TV Google Play Movies Netflix Netflix basic with Ads Microsoft Store Infinity+ Amazon Video Infinity Selection Amazon Channel
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