L’insopportabile peso di un talento enorme

Nicolas Cage ha un doppio che si chiama Nick, che è un po’ il suo lato oscuro e narcisista, tendente all’overacting e alle brutali urla in loop davanti alla macchina da presa. Non è certo un gran periodo per il “vero” Nicolas Cage. Si vede rifiutare i ruoli che gli interessano e non riesce a trovare una connessione con la figlia adolescente. Sì. Nicolas Cage in Il talento di Mr. C interpreta... se stesso.

Il Cage di oggi, ovvero quello professionalmente bulimico, indebitato, autoironico. Quando sembra in procinto di appendere la recitazione al chiodo, viene invitato in una villa in Spagna da un fan miliardario (Pedro Pascal) che vuole convincerlo a lavorare a una sua sceneggiatura. Ma non è tutto: spuntano la CIA, un rapimento, il traffico di droga. “Il peso insopportabile di un enorme talento” (titolo originale ovviamente magnifico) inizia come una riflessione crepuscolare per poi diventare film di intrattenimento sul cinema dell’attore.

Una commedia action su Nicolas Cage. Autofiction in salsa B movie. Un’autoanalisi da popcorn sul divano, che frulla insieme Con Air, Cara, insopportabile Tess, il maestro John Woo, Il mandolino del capitano Corelli (!), oggetti, cimeli da collezione, estratti di dialoghi. Un vero e proprio archivio sull’immaginario Cage. E quindi divertente, sgangherato, improbabilissimo, teorico il giusto, ma certo anche noioso, a rischio abbiocco, finché, sul punto di inabissarsi, gloriosamente risorge! Come la sua star, che attraverso l’insensata, ossessiva ripetizione del gesto e della contorsione facciale diventa maschera tragica. E arriva a trovare lo stile.

Il film