Per il suo nuovo film, Sotto le foglie (Quand vient l’automne), François Ozon si è forse ricordato di Le bonheur (1965) di Agnès Varda, col quale condivide non soltanto ambientazioni e movimenti - la campagna e il colore delle stagioni (e il loro valore simbolico: la primavera, l’autunno) - e, involontariamente, una brutta traduzione “vegetale” (il titolo italiano Il verde prato dell’amore), ma anche, soprattutto, la morale ambigua e noir della storia, che ruota tutta attorno a quella parola semplice e pulita e, apparentemente, inoffensiva, “felicità”.

La sua, Michelle (Hélène Vincent), se l’è conquistata a fatica, una vita lunga a Parigi nel punto cieco della morale borghese, per dare alla sua unica figlia, Valérie (Ludivine Sagnier), tutto quello che lei non ha avuto. Adesso, nell’autunno della vita, se ne sta in Borgogna, esistenza piccola e ordinata di provincia (la città messa a giusta distanza, come certi ricordi e fallimenti), confortata da un’amicizia antica, quella con Marie-Claude Perrin (Josiane Balasko), “mia sorella”, e dalla cadenza della routine (l’orto, la messa, la raccolta dei funghi). E quando il caso arriva a sfigurare quell’ordine, incidente o fatalità, minacciando il futuro e, insieme, rianimando un passato che doveva restare perduto, Michelle non ha molti dubbi: l’unica cosa che conta è la felicità, quella del nipotino amatissimo, Lucas (Garlan Erlos), prima di tutto, ma anche quella di Marie-Claude e di suo figlio Vincent (Pierre Lottin), appena uscito dal carcere, che dell’umanissima, quasi animalesca - violenta e dolcissima - determinazione di Michelle è un alleato silenzioso.

La quota thriller del film è tutta qui. Non nel giallo di indagini più o meno nere e di provincia - esattamente come nel film di Varda, c’è una domanda che rimbalza tra possibilità opposte: omicidio, fatalità, suicidio? -, ma nella scelta morale (che sfida eventualmente la legge, degli uomini o di qualche dio), nell’assunzione di responsabilità di fronte al giudizio o al sospetto degli altri e rispetto alla memoria (individuale e collettiva): perché l’interpretazione dei fatti di Michelle detta anche la forma del ricordo e, soprattutto nel caso del piccolo Lucas, la versione della storia che si racconterà a sé, di sé. Sotto le foglie è un film perfetto, intimo, commovente senza ricatti o sbavature; un film di promesse d’amore - di una nonna al nipote, di un’amica all’altra sul letto di morte, di un ex galeotto a chi l’ha aiutato -, di ostinazione e sopravvivenza, un piccolo capolavoro dentro una storia molto francese (anche letteraria) di gialli filosofici e appartati che va da Chabrol a Guiraudie, capaci di mettere a nudo, dietro l’ordine vuoto e decoroso delle definizioni, la verità di gesti e parole. Come L’uomo nel bosco (un’altra brutta traduzione “verde”: sarebbe Miséricorde), Sotto le foglie è un bellissimo, struggente racconto di salvezza, trionfo della ragione dei sentimenti che dicono, senza possibilità di mentire, un’altra storia: vera, giusta, felice.
Il film
Sotto le foglie
Drammatico - Francia 2024 - durata 102’
Titolo originale: Quand vient l'automne
Regia: François Ozon
Con Hélène Vincent, Josiane Balasko, Ludivine Sagnier, Pierre Lottin, Garlan Erlos, Sophie Guillemin
Al cinema: Uscita in Italia il 10/04/2025
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