Nel Lungo addio che abbiamo dedicato a David Lynch, scomparso lo scorso 15 gennaio, Luca Malavasi scrive: «Tra le cose che sapeva scrivere e girare meglio, del resto, ci sono proprio i finali» (vedi Film Tv n. 3/2025). E continua: «Perché non si tratta mai, semplicemente, di concludere un film (né, tantomeno, di risolvere un intreccio) ma, piuttosto, di prolungare qualche tipo di incantesimo». Ecco, ma come ci siamo entrati in quell’incantesimo? Quali porte e portali abbiamo varcato per giungere a quei racconti-sortilegio? Dove comincia la magia? Ci siamo svegliati dentro un sogno nel quale una testa fluttuante “partorisce” una creatura deforme oppure in un incubo di elefanti che attaccano una giovane madre; ci siamo trovati a correre lungo strade perdute, a vagare nel buio su Mulholland Drive, in un cielo stellato o ancora in mezzo al nero illuminato da un singolo fascio di luce; abbiamo strisciato nella terra, sotto l’erba verde, il cielo blu e le rose rosse. Abbiamo, ogni volta, attraversato una soglia. E anche con l’ingresso nell’universo di I segreti di Twin Peaks oltrepassiamo un confine, accompagnati dalla sigla e dalla scena iniziale dell’episodio pilota, che dà avvio al mistero al cuore della trama, alla detection, all’intreccio di tante storyline.

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I segreti di Twin Peaks

La serie creata da David Lynch e Mark Frost debutta negli Usa l’8 aprile 1990 sulla ABC (mentre in Italia arriva su Canale 5 il 9 gennaio 1991) imponendosi ben presto come oggetto fondamentale e imprescindibile per la storia della tv: siamo di fronte a un prodotto con una narrazione meta e iper consapevole del medium in cui stava crescendo - e per questo abile a giocare con il linguaggio e con i generi televisivi, che vengono mescolati, riscritti, esasperati - che porta l’idea di autorialità nel piccolo schermo (quality tv) e che diventa vero e proprio fenomeno capace di uscire dai confini catodici (i futuri libri, film, merchandising, siti...) e creare un fandom devoto catturato in un’esperienza immersiva e totalizzante (esploderà in modo simile, qualche anno più avanti, Lost, alla quale abbiamo dedicato un Aurora).

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I segreti di Twin Peaks

A dare il la, letteralmente, alla serie sono le prime note del brano Falling composto dal sodale Angelo Badalamenti, una musica avvolgente, familiare eppure strana, un suono che entra nell’immaginario di Twin Peaks alla pari di tende rosse, pini profumati, tazze di caffè bollente e ottime torte alla ciliegia. Poi vediamo un uccello (gli esperti ornitologi pensano sia un tordo, ma i fan sanno che le creature piumate, qui, non sono quello che sembrano...) sopra un ramo, una segheria in attività e in seguito i dettagli di alcuni macchinari al lavoro dentro la fabbrica, sui quali compare il titolo scritto in verde. Dalle prime immagini è come se a una dimensione naturale - che è anche imprevedibile, irrazionale, fantastica - si accostasse (opponesse?) quella antropica, logica, pragmatica.

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I segreti di Twin Peaks

Dopo compare un grosso tronco d’albero (un grande ceppo, simbolo emblematico e ricorrente nella serie, così come il luogo-bosco a cui rimanda) e infine l’ormai nota, citatissima, parodiata inquadratura con il cartello d’ingresso alla fittizia città («Welcome to Twin Peaks. Population 51,201»), sullo sfondo le montagne in mezzo alla foschia. Quell’indicazione sulla strada è dichiaratamente una soglia, un invito a entrare e a lasciarsi trasportare dal flusso.

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I segreti di Twin Peaks

E infatti le immagini successive sono una cascata e la corrente: a questo punto siamo chiamati a immergerci in acque profonde (come il libro scritto da Lynch sulla meditazione trascendentale), a galleggiare tra i flutti come in una visione. Tra l’altro l’immagine delle cascate scorre prima a velocità normale, poi a ralenti, suggerendo che la scansione temporale non sarà sempre oggettiva, ma piuttosto seguirà movimenti ondivaghi tra sogno e realtà (e nella terza stagione, Twin Peaks - Il ritorno, il discorso sul tempo e il suo riavvolgersi diventa centrale: «In che anno siamo?»).

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I segreti di Twin Peaks

Proprio con l’acqua si apre anche l’episodio pilota ed è sulle rive del fiume, all’inizio della prima puntata, che viene ritrovato il corpo bluastro e senza vita di Laura Palmer avvolto nel cellophane. Quel cadavere è un frammento fuori posto nell’apparente placida quotidianità di una cittadina del nord-ovest degli Stati Uniti, un elemento perturbante che stranisce come un orecchio mozzato rinvenuto in mezzo a un prato verde. Così comincia l’incantesimo. Benvenuti!

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I segreti di Twin Peaks

Autore

Giulia Bona

Giulia Bona è nata a Voghera e ha studiato a Milano, dove si è laureata in Lettere moderne e Studi cinematografici con una tesi su Agnès Varda e il riciclaggio creativo. Riempiva quaderni di storie e pensieri, dava inchiostro alla sua penna sul giornalino della scuola, ora scrive per Film Tv. Ama leggere, i sentieri di montagna, la focaccia e sorride quando vede un cane.

La serie tv

locandina I segreti di Twin Peaks

I segreti di Twin Peaks

Horror - USA 1990 - durata 45’

Titolo originale: Twin Peaks

Creato da: Mark Frost, David Lynch

Con Kyle MacLachlan, Michael Ontkean, Mädchen Amick, Dana Ashbrook, Richard Beymer, Lara Flynn Boyle

in streaming: su Paramount+ Amazon Channel Paramount Plus Apple TV Channel Paramount Plus