Piccola premessa: durante l’anno, mi sono occupata più volte (e con immenso piacere!) di Margherita Vicario e della sua opera prima Gloria! - nella puntata #133 della newsletter Singolare, femminile e poi nell’intervista su Film Tv n. 30/2024. Partendo da una sorta di personale venerazione per la cantante, attrice e ora regista, concedetemi di tornare a scriverne in questo spazio dedicato agli inizi, perché la sequenza che dà il la al film è gustosamente costruita per catapultarci nell’universo musical-cinematografico di Vicario - che passa quest’anno dietro la macchina da presa dopo diverse esperienze davanti: in tv la vediamo per esempio in I Cesaroni e Nero a metà, al cinema in Pazze di me di Fausto Brizzi e Perfetta illusione di Pappi Corsicato, solo per citarne alcuni -, per dirci fin da subito che il sonoro è parte fondamentale della narrazione e rima spesso con il suo lavoro di cantautrice.

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Gloria!

All’inizio di Gloria! vediamo un gruppetto di bambini che gioca: creano piccole coreografie con le mani, ballano girando su se stessi, fanno la conta. C’è qualcosa di strano in questi passatempi infantili, e non tanto perché i vestiti e l’ambientazione rimandano a un’epoca passata - poco dopo compare la scritta «dentro le mura dell’Istituto Sant’Ignazio, da qualche parte vicino a Venezia, all’alba dell’anno 1800», avvisandoci che si tratta anche di un film in costume (ma molto pop), dandoci le coordinate spaziotemporali per orientarci.

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Gloria!

Ciò che colpisce è che i giochi di bimbe e bimbi, solitamente chiassosi, pieni di gridolini e rumori, si svolgono qui in silenzio. È un dettaglio che stona, ma ci anticipa uno dei temi attorno a cui ruota l’esordio al cinema di Vicario. Tra i piccoli orfani che si dilettano «dentro le mura dell’Istituto Sant’Ignazio», infatti, c’è anche Teresa (l’ottima Galatea Bellugi), giovane donna timida e riservata, che non parla mai, perché - scopriremo - è stata zittita dal “villain” di questa storia, il prelato Perlina (un Paolo Rossi meravigliosamente viscido), obbligata a tacere per coprire le nefandezze di uomini (di chiesa e non) ricchi e potenti.

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Gloria!

Insomma, le è stata strappata la voce e il racconto, dunque, è anche il coming of age della protagonista, il suo percorso - insieme a quello delle altre ragazze - di emancipazione che avviene attraverso la musica, simbolicamente rappresentato dal pianoforte, strumento attorno a cui intonare, nottetempo e di nascosto, il proprio canto di libertà - tra l’altro, nella scena iniziale, l’amico mastro liutaio (Elio) regala a Teresa un pianoforte in miniatura.

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Gloria!

Dopo il silenzio, arriva il suono: in seguito a un’inquadratura in campo lungo e dall’alto del cortile dell’istituto, che mostra le donne indaffarate nelle attività quotidiane, la mdp stringe su Teresa. Da questo momento in poi vediamo dalla sua prospettiva, dal suo punto di vista e soprattutto d’ascolto: da lontano sente un gorgheggio, poi il suono di violini e violoncello, che proviene dalle musiciste orfane dell’istituto.

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Gloria!

Poi si susseguono vari rumori - il battere dei panni, il ramazzare di una scopa, il taglio di un coltello da cucina - e uno alla volta si aggiungono a questa sinfonia di faccende domestiche; a dirigere l’orchestra è proprio Teresa, che nella sua immaginazione segmenta suoni e rumori e li ri-arrangia in una melodia. Intanto attorno a lei le altre donne e ragazze si muovono a ritmo come in un musical in una danza tutta al femminile fatta di oggetti comuni e gesti semplici.

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Gloria!

E la camera, assecondando le fantasie musicali di Teresa, si muove in mezzo alla coreografia, fino a riprenderla dall’alto, come in un film di Busby Berkeley. Ballo e musica continuano, i componenti di questo improvvisato complesso armonizzano, il tono si alza, cresce, sta per esplodere ma viene bruscamente interrotto dall’arrivo dell’istitutrice, che spezza il ritmo e riporta la sognatrice Teresa ai suoi umili compiti.

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Gloria!

La scena iniziale di Gloria! è un micro compendio dello stile di Vicario, che parte dalla sua creatività in ambito musicale e le dà una forma visiva, accorda il suo saper scrivere canzoni, suonare e cantare a immagini. E sono proprio i momenti in cui cinema e musica s’incontrano felicemente che fanno brillare un film che, nonostante alcune ingenuità, possiede uno spirito dirompente e vivacissimo: questo incipit, appunto, ma anche i convegni notturni e clandestini delle protagoniste (in particolare quando Bettina/Veronica Lucchesi intona Questo corpo, brano di La rappresentante di lista) o la scena in cui la lettera d’amore di Lucia/Carlotta Gamba, che ha il cuore spezzato, diventa una canzone, fino ad arrivare alla festosa sequenza finale alla Sister Act, dove risuona Pincio della stessa Vicario, un bellissimo inno alla sorellanza.

Autore

Giulia Bona

Giulia Bona è nata a Voghera e ha studiato a Milano, dove si è laureata in Lettere moderne e Studi cinematografici con una tesi su Agnès Varda e il riciclaggio creativo. Riempiva quaderni di storie e pensieri, dava inchiostro alla sua penna sul giornalino della scuola, ora scrive per Film Tv. Ama leggere, i sentieri di montagna, la focaccia e sorride quando vede un cane.

Il film

locandina Gloria!

Gloria!

Commedia - Italia 2023 - durata 100’

Regia: Margherita Vicario

Con Galatéa Bellugi, Carlotta Gamba, Veronica Lucchesi, Elio, Vincenzo Crea, Maria Vittoria Dallasta

Al cinema: Uscita in Italia il 11/04/2024

in TV: 24/12/2024 - Sky Cinema Due - Ore 23.10

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