Boston, 1975: il Mystic River scorre accanto al quartiere popolare di Charlestown. Qui tre ragazzini giocano a hockey per strada: un colpo troppo forte e la pallina rossa rotola via, finisce dritta in un tombino, oscura voragine dentro cui ci si aspetterebbe di trovare Pennywise il clown con un palloncino rosso - ma qualcosa di altrettanto minaccioso e terribile sta per accadere.
Partita terminata, così il nuovo, improvvisato gioco dei tre amici diventa quello di scrivere i propri nomi sul cemento fresco, per farli restare per sempre. «Jimmy, Sean, Da...». L’ultimo, quello di Dave, è lasciato a metà, troncato di netto e mai più finito, cattivo presagio di una vita che verrà spezzata; il ragazzo è stato interrotto dall’arrivo di un’auto nera con due uomini a bordo: sono due lupi camuffati da agnelli, pedofili mascherati da agenti di polizia che convincono Dave a salire insieme a loro sulla macchina per rapirlo.
Un elegante, essenziale - e per questo straziante - susseguirsi di campo e controcampo nasconde una spaventosa tragedia, una ferita che si apre a inizio film e si lacera sempre di più fino alla fine. Dave, in trappola nell’abitacolo, guarda fuori dal finestrino verso Jimmy e Sean, rimasti in strada; loro ricambiano lo sguardo e osservano l’auto allontanarsi, mentre il viso pallido e impaurito dell’amico si stampa come un fantasma nei loro occhi, in eterno, come quei nomi incisi nel cemento.
L’incipit di Mystic River (2003) di Clint Eastwood - film tratto dal romanzo La notte non dimentica di Dennis Lehane - racconta con pochi, precisi elementi l’antefatto (Dave è stato tenuto prigioniero in uno scantinato e abusato per quattro giorni) che dà il via a un cupo thriller drammatico e mette in scena l’origine di un trauma che segna le esistenze dei tre protagonisti e delle loro famiglie. Dopo la scena iniziale, la storia salta in avanti nel tempo, a distanza di 25 anni, quando i ragazzini sono ormai adulti - Dave lavora come operaio, Sean come detective e Jimmy gestisce un drugstore - e una nuova tragedia intreccia ancora i loro destini: la figlia diciannovenne di Jimmy viene trovata morta, uccisa.
L’aurora di Mystic River viene poi richiamata nel pre-finale, a 15 minuti dalla sequenza conclusiva (una parata cittadina deprimente più che festosa in cui sfilano i cocci del Sogno americano infranto, i resti dell’innocenza ormai perduta, fragile come coriandoli al vento). Dopo una lunga notte, Sean e Jimmy si ritrovano su quella strada dove giocavano da piccoli: il primo chiede al secondo quando è stata l’ultima volta che ha visto Dave. «L’ultima volta che ho visto Dave è stato 25 anni fa, lungo questa strada, nel retro di quell’auto», risponde Jimmy amareggiato.
Ecco che un ricordo riaffiora e l’infernale macchina nera spunta dal passato così come l’abbiamo vista all’inizio. Controcampo: Jimmy e Sean in piedi nell’identica posizione di 25 anni prima, ripresi con lo stesso movimento dell’incipit. «A volte penso che ci siamo saliti tutti e tre su quell’auto», chiosa Sean.
Mystic River sta quindi racchiuso tra questi due estremi, due sequenze uguali e insieme differenti, una l’ombra dell’altra. E il film finisce con un’inquadratura del fiume, come nell’opening, preceduta da un ripresa delle tre parole scolpite nel cemento: «Jimmy, Sean, Da...» con quell’ultimo nome rimasto dimezzato, un morto vivente, un vampiro; dopo tutto, lo stesso Dave, quando racconta alla moglie delle violenze subite da ragazzino, dice di sentirsi come un nosferatu, mentre alla tv trasmettono Vampires di John Carpenter.
Il film
Mystic River
Drammatico - USA/Australia 2003 - durata 137’
Titolo originale: Mystic River
Regia: Clint Eastwood
Con Sean Penn, Tim Robbins, Kevin Bacon, Laurence Fishburne, Marcia Gay Harden, Laura Linney
Al cinema: Uscita in Italia il 24/10/2003
in streaming: su Apple TV Google Play Movies Rakuten TV Netflix Netflix basic with Ads Timvision Amazon Video
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