«Ora che ci siamo incontrati, avresti niente in contrario se non ci vedessimo mai più?». Lo diceva un personaggio di Magnolia (e le faceva eco Aimee Mann in colonna sonora), ma potrebbe dirlo ogni protagonista di Paul Thomas Anderson, combattuto tra l’incontro fatale con un’anima gemella o rivale e la voglia di fuggire da un legame che terrorizza: vale per Sydney e il figlio putativo John, per Adam Sandler Ubriaco d’amore per Emily Watson, vale per Il petroliere Plainview e il predicatore Eli, per Woodcock e Alma in Il filo nascosto, e più che mai per The Master e il suo adepto.
Che poi, quell’incontro fatale, altro non sia che lo scontro con un altro lato di sé, col proprio riflesso opposto e speculare, Licorice Pizza lo dice ancora più chiaro: quando la venticinquenne Alana incontra il liceale Gary gli sta letteralmente offrendo uno specchio. E invece che usarlo per pettinarsi, Gary si specchia in lei e quella sera dirà «ho conosciuto la donna che sposerò». Una frase da film, certo; una frase di repertorio, quello di un quindicenne prodigio che si destreggia fra i mestieri d’attore e di imprenditore nella Los Angeles del 1973, e che vive senza soluzione di continuità fra realtà e spettacolo. Dove altro si dicono frasi così, se non al cinema? E dove altro si corre per strada, continuamente, uno verso l’altra, la colonna sonora che ritma il passo, se non al cinema?
«Sono battute di un copione o è la verità?» chiede Alana, che di cognome fa Kane come la Marilyn/Sugar di A qualcuno piace caldo, ebbra di vermouth e delle attenzioni di un attore navigato, che la sta seducendo con aneddoti di dubbia verosimiglianza; non ci sarà risposta, e non ha davvero importanza. Perché Anderson sa che quella tensione fra due individui che si trovano, si corteggiano, si desiderano, si detestano, vorrebbero stare insieme per sempre eppure non vedersi mai più, quello è il cinema; Licorice Pizza è fatto della materia di cui è fatta la settima arte non perché vi compaiono sosia e miraggi di Lucille Ball, William Holden, Jon Peters e Sam Peckinpah, ma perché i suoi personaggi sono mossi non da necessità né da logica, solo dalla scossa galvanizzante che il cinema innesca.
Qualcosa di innaturale e chimico, artefatto e struggente, un guscio sintetico che contiene elettricità, musica, forse la vita; come un vinile, ovvero la “pizza di liquirizia” che al film dà il titolo. Come i materassi ad acqua su cui Gary e Alana costruiscono un business: scomodi e assurdi giacigli in vinile («sai con cosa è fatto il vinile? Col petrolio!» spiega lei esasperata al sopraggiungere della crisi energetica, mezzo secolo dopo le trivelle di Plainview) su cui nessuno dormirebbe fuori da un film. E che Anderson abbia fede nel cinema al di sopra di ogni cosa lo testimonia questo incredibile film “domestico”, dove dirige moglie, figli e amici di famiglia (Cooper Hoffman, figlio di Philip Seymour, e Alana Haim, esordienti esplosivi) esattamente come fossero i suoi abituali feticci da Oscar, come se non ci fosse differenza, perché il punto non sono i corpi, ma lo spazio elettrizzante che la macchina da presa costruisce tra loro.
Il film
Licorice Pizza
Drammatico - USA 2021 - durata 133’
Titolo originale: Licorice Pizza
Regia: Paul Thomas Anderson
Con Alana Haim, Cooper Hoffman, Sean Penn, Bradley Cooper, Benny Safdie, Tom Waits
Al cinema: Uscita in Italia il 17/03/2022
in streaming: su Rakuten TV Apple TV Google Play Movies Timvision Amazon Video
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