In mezzo a un fitto, impenetrabile banco di nebbia spunta una nave: ondeggia fendendo lo spesso velo di fumo. Stacco, dentro la cabina-bagno dell’imbarcazione un uomo è chino sul lavandino, in preda ai conati da mal di mare. Alza la testa verso lo specchio di fronte: il volto sciupato, sofferente, offuscato di Leonardo DiCaprio ci guarda di riflesso in un’immagine doppia che già qui ci avverte rispetto all’ambiguità della storia, lanciando un piccolo indizio, seminando la prima briciola di pane di una lunga serie.
Nell’incipit di Shutter Island (2010) Martin Scorsese accumula tanti segnali, suggerimenti nascosti che s’illuminano poi solo alla fine, una volta risolto l’enigma - e la seconda parte, quella dello svelamento, è la spiegazione della prima, il suo doppio ribaltato, il suo riflesso allo specchio, dunque questa aurora è strettamente legata alla conclusione del film.
DiCaprio è - in apparenza - l’agente federale Teddy Daniels, incaricato nel 1954 di indagare su una misteriosa sparizione all’Ashecliffe Hospital, nell’inospitale Shutter Island, al largo di Boston. Da subito, si mostra in stato confusionale, annebbiato. A dargli noia è la vasta distesa d’acqua attorno a lui, elemento che lo triggera (dietro un banale mal di mare si nasconde un trauma profondo: l’omicidio dei tre figli per mano della moglie Dolores, che li ha annegati nel lago dietro casa).
Poco dopo, Teddy esce dalla cabina verso l’esterno della nave e guarda la figura del suo partner di spalle a prua: a separare i due uomini c’è una rete metallica, come le sbarre di una prigione, perché Teddy è in realtà l’alter ego libero del recluso Andrew Laeddis, paziente all’interno del manicomio criminale, un uomo che visse due volte.
Nella scena iniziale, poi, alcuni flashback irrompono nelle mente del protagonista, ricordi della moglie Dolores, fantasma che continua a perseguitarlo (DiCaprio sarà curiosamente tormentato dallo spettro di una donna amata anche nel coevo Inception), figura attorno alla quale ruota il dramma interiore e irrisolto di Teddy/Andrew.
Torniamo però a quel primo momento in cui vediamo il protagonista, al viso di DiCaprio allo specchio che prova a ricomporsi e parla con se stesso («pull yourself together, Teddy»), sintomo di una identità scissa, instabile. In quell’istante il suo sguardo (rafforzato, poco oltre, da un primo piano con sguardo in macchina) ci chiede di seguirlo, di stare dalla sua parte, di fidarci di lui. Ecco fatto, siamo presi, caduti al minuto 1 nella trappola tesaci da Scorsese, qui alle prese con il thriller psicologico ammantato di noir - i riferimenti sono noti, li cita lo stesso regista in molte interviste, e sono al cinema degli anni 40 e 50, Jacques Tourneur, Fritz Lang, Samuel Fuller.
E allora accompagniamo volentieri Teddy dove vuole condurci, per ascoltare la sua storia, salvo scoprire solo alla fine che le immagini non erano attendibili e il racconto si è svolto per buona parte nella sua testa - un film mentale, come ce ne sono tanti, ultimo il recente Joker: Folie à deux, uno stallo in forma di musical, un passo a due dove l’altro è la propria ombra. Per due ore abbiamo creduto a un narratore inaffidabile, perso tra verità e bugie (truths and lies è l’anagramma del titolo), ed è bastato mostrarcelo in un determinato modo, soprattutto attraverso il primo e primissimo piano, così da “agganciarci” a lui e sposare il suo punto di vista.
Ci siamo fidati di lui come nel 1999 ci eravamo fidati del Narratore/Edward Norton in Fight Club di David Fincher (uno dei potenziali registi di Shutter Island, la cui sceneggiatura è passata tra le mani di molti, arrivando poi a Scorsese), oppure, per restare in tema ospedale psichiatrico, della Kristen/Amber Heard di The Ward - Il reparto di John Carpenter, uscito sempre nel 2010, o più di recente del dentista Elio Germano di America Latina dei fratelli D’Innocenzo, che ci danno beffardamente un indizio già dal poster del film, con quella capoccia enorme e crepata. Basta un incipit come quello di Shutter Island, solido e costruito a regola d’arte tra ambiguità e misteri aperti, e con un aggancio diretto e immediato al protagonista bugiardo, per stringere un patto con lo spettatore, un accordo che verrà poi fatto saltare. Però quanto è dolce essere stati ingannati.
Il film
Shutter Island
Noir - USA 2009 - durata 138’
Titolo originale: Shutter Island
Regia: Martin Scorsese
Con Leonardo DiCaprio, Mark Ruffalo, Ben Kingsley, Emily Mortimer, Michelle Williams, Max Von Sydow
Al cinema: Uscita in Italia il 05/03/2010
in streaming: su Infinity Selection Amazon Channel Apple TV Amazon Video Timvision Infinity+
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta