Chiamatela Ani, e non Anora, il suo nome, che denuncia le origini uzbeke. Anche se capisce e parla un po’ il russo, Ani è totalmente americana, da bambina sognava di andare a Disneyland e di dormire in una stanza delle principesse e ora, ventitreenne che per vivere fa la sex worker in un locale di lap dance di New York e arrotonda con incontri privati con i clienti, finisce per credere sul serio che la storia di Cenerentola possa avverarsi, che possa accadere anche nella vita quello che nel 1990 accadeva a Julia Roberts, la prostituta che batteva sull’Hollywood Boulevard e sposava il miliardario Richard Gere. Ma quella era Hollywood. Qui, invece, siamo nel cuore del cinema indie, che non fa sconti alla fiaba, anche se l’autore è uno di quelli che, forse, alle fiabe sotto sotto vorrebbero credere.
Dai tempi di Prince of Broadway (Premio speciale della giuria al Torino Film Festival 2008), Sean Baker non ha mai smesso di cercare delle vie di fuga, di leggerezza, di salvezza forse, di relativa, fugace gioia per i suoi protagonisti malconci, giovanissimi o maturi, ma sempre ai margini estremi della scala sociale, chi vende merce contraffatta nel Fashion District, chi si arrabatta come pornostar e, soprattutto, chi si prostituisce, dalla ragazza transgender di Tangerine alla mamma di Moonee in Un sogno chiamato Florida. Qui fa arrivare nel locale dove lavora Ani un miliardario russo ventenne, scatenato fuori dal controllo dei terribili genitori oligarchi, che prima le chiede di vivere come se fosse la sua ragazza per una settimana (dietro compenso di 15 mila dollari) e poi, a Las Vegas, di sposarlo. E Ani diventa “Principessa”: diamante da quattro carati, zibellino, casa da sogno.
Ma naturalmente la fiaba non è tale per i genitori di Vanja, che mandano i loro sgherri armeni, più un giovane russo, a risolvere la faccenda. Se nella prima parte del film Sean Baker (anche sceneggiatore e montatore) tiene il ritmo del corpo e la direttrice dello sguardo di Ani, tra il locale, i party, i giochi e le follie di Vanja e i suoi amici, rotolando veloce verso quello che non può non essere il disappunto finale, quando entrano in scena gli armeni, quasi impercettibilmente il tono del film cambia: Ani resta il centro, ma non più di una fiaba andata a male, magari con violenza, ma di una storia di gangster svoltata in commedia, di un Fuori orario tra Brighton Beach, Brooklyn e Manhattan, dove la ragazza e i tre uomini vanno alla ricerca di Vanja, che se l’è data a gambe.
Baker è molto bravo nel far entrare tocchi di commedia a poco a poco: lo scagnozzo malandato con il naso rotto e i suoi dialoghi con l’altro, lo sguardo perplesso del giovane “gopnik ” russo, sul quale sempre più spesso si sofferma, la stessa forza scatenata di Ani, esasperata. Prima di arrivare al finale dolentissimo ma non disperato, Baker costruisce una commedia surreale, nella quale rimette anche un po’ a posto i ruoli morali dei personaggi. Senza moralismi, come sempre. Con umana comprensione e parecchia indignazione.
Il film
Anora
Drammatico - USA 2024 - durata 139’
Titolo originale: Anora
Regia: Sean Baker
Con Mikey Madison, Yura Borisov, Ivy Wolk, Lindsey Normington, Karren Karagulian, Ross Brodar
Al cinema: Uscita in Italia il 07/11/2024
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