Attenti: può essere che Megalopolis vi respinga, vi irriti, vi induca alla derisione. Già detto: 0 o 10. Ma in queste pagine si fa critica, si tenta di dare voce ai film e non al consenso del pubblico, al misurino del buonsenso, alla norma del gusto comune. Se così non fosse, la storia di quest’arte sarebbe solo dei campioni d’incasso, no? Quel che ci importa, qui, è che Megalopolis sia un film d’autore al cubo, il kolossal di un libero filmmaker, un tracotante gesto d’autarchia.
Un’opera che se ne fotte dei manuali di scrittura, delle leggi di mercato, di AI e algoritmi. E del cinema, soprattutto, che ogni spettatore porta in sala in cerca di film che, banalmente, lo confermino. È una cosa che (deo gratias) non funziona. Uno sperpero incosciente, uno slancio che non teme fallimento.
Perché la parabola di questo ambiguo architetto utopista in una New York moralmente regredita all’antica Roma è - come d’abitudine nell’altra giovinezza di Coppola - un film che sfrutta, esalta, lotta contro il medium digitale e il suo Zeitgeist, si lascia informare (con sarcasmo e godimento) dalle forme di un oggi che annulla passato e presente, alto e basso, tragedia e soap opera, privato e pubblico, segreto e spettacolo, e, al contempo, dentro questo famelico flusso (blob? streaming?), prova a rallentare e invertire questo suo tempo: si perde in uno show tra Gance e la tv trash, ma tenta di trovare una luce, uno scarto dentro questo spettacolo euforico, instupidito, amorale, con un ardire che è oltre il kitsch, oltre il Caligola di Vezzoli, gli Shakespeare triviali di Almereyda, le febbri ultrapop delle Wachowski. La fatica cieca e insensata del cinema, in tutte queste sciocche, scintillanti, rovine.
Il film
Megalopolis
Fantascienza - USA 2024 - durata 138’
Titolo originale: Megalopolis
Regia: Francis Ford Coppola
Con Adam Driver, Shia LaBeouf, Aubrey Plaza, Jason Schwartzman, Jon Voight, Nathalie Emmanuel
Al cinema: Uscita in Italia il 16/10/2024
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