Se è vero che “dal buco della serratura sembriamo tutti colpevoli”, come dice Dario (Jean-Louis Trintignant) al figlio sospettoso Emilio (Fausto Rossi), allora forse è per questo che Gianni Amelio, alla fine di Colpire al cuore, da un campo largo su un enorme muro di vetro si avvicina a un buco che non avevamo visto, per sbirciare cosa stia avvenendo dall’altro lato. Prima di farlo, inquadra dei bambini giocare a pallone utilizzando il muro come rete, mentre figure imprecisate si aggirano e corrono opache dietro questo confine traslucido.
Lo scopriamo presto: sono forze dell’ordine, stanno assediando l’ingresso della casa di Giulia (Laura Morante), compagna dello studente brigatista Sandro che è stato da poco ucciso da un carabiniere dopo un omicidio delle BR ai danni di un ingegnere. Ad aver denunciato Giulia e l’uomo che l’ha aiutata, Dario, è proprio il figlio di Dario, Emilio, lunga giacca e sciarpa simbolicamente rossa, sguardo altero e sospettoso in casa coi familiari e per strada, guardingo e taciturno, vera entità enigmatica che parla tanto col padre ma non sa dirgli le cose più importanti. Sembra un individuo incapace di amare.
Il rigorosissimo dispositivo di Gianni Amelio ammette ellissi e nega i passaggi immediati, e quindi i piedi di Emilio che calciano il pallone vicino al muro di vetro “facendo goal” in un malmesso e cadente corridoio di case popolari corrisponde all’aver fatto centro, finalmente, tramite la denuncia ai danni di Giulia e Dario, fiancheggiatori dei brigatisti. Infatti subito dopo Giulia e Dario sono portati via dalle forze dell’ordine. Il fatto che Emilio resti dietro le quinte, dietro il muro di vetro, a calciare un pallone senza essere visto, senza concedere neanche un ultimo sguardo a Dario, è il sacrificio del dramma, e anche l’estrema coerenza di Emilio a non imporsi mai come individuo drammatico.
Per tutto Colpire al cuore Emilio non dirà mai in faccia nulla a nessuno. Confesserà il disprezzo della madre alla madre solo alle sue spalle, quando lei non può sentirlo; i suoi segreti non riuscirà a confessarli al padre, Dario, neanche quando Dario capisce che Emilio lo sospetta e vorrà rivendicare per loro due un nuovo tipo di rapporto, più schietto e più spontaneo; e proprio la scoperta di Emilio avverrà tramite scarti, ellissi e confessioni silenziose, come la fotografia che lui stesso scatta a Dario e Giulia a Brera per poi farla ritrovare a Dario fra i suoi documenti di lavoro, a sorpresa, senza alcun annuncio.
È questo il vero distacco che rende Dario e Emilio due universi inavvicinabili: il loro diverso sentire la realtà e la loro diversa capacità di drammatizzarla, di empatizzare, di creare un ponte umano con i cortocircuiti del mondo. Nessuno dei due approcci è giusto o sbagliato: la parlantina di Dario è sincera ma nasconde; il silenzio di Emilio è altrettanto sincero e nasconde altrettanto. Dario, per drammatizzare, potrà scambiarsi solo uno sguardo con Giulia prima di essere arrestato, senza possibilità di altra replica; Emilio invece si tirerà indietro da questi scambi drammatici, scenderà le scale del complesso popolare e se ne andrà da solo. La realtà per Emilio è un muro di vetro dietro cui scorrono immagini inavvicinabili, e resta tale anche dopo che Dario avrà provato a farci un buco, per renderla nitida, a costo di apparire colpevole come dal buco di una serratura.
Il film
Colpire al cuore
Drammatico - Italia 1982 - durata 108’
Regia: Gianni Amelio
Con Jean-Louis Trintignant, Fausto Rossi, Laura Morante, Sonia Gessner, Vanni Corbellini
in streaming: su Rai Play
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