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Analisi e interpretazioni libere dei finali dei film

Tre meno uno

Tre meno uno

Il finale di Paris, Texas di Wim Wenders presenta un nucleo familiare parzialmente ricongiunto, che sembra negare l’intento iniziale del protagonista, ma che in realtà rappresenta proprio l’unico modo possibile, per lui, di sperare in un futuro felice.

A un passo dal sogno

A un passo dal sogno

Il finale apparentemente posticcio di Un sogno chiamato Florida riflette lo sguardo affettuoso e empatico che il regista Sean Baker ha sempre avuto nei confronti dei suoi personaggi ai margini, in questo caso la seienne Moonee e sua madre.

Cinquanta di questi Natali

Cinquanta di questi Natali

In occasione dei cinquant’anni dello slasher Black Christmas di Bob Clark analizziamo il finale del film, che conferma lo status di fantasma del killer protagonista.

di Marco Grifò

Si pronuncia Frankenstìn!

Si pronuncia Frankenstìn!

Se in Frankenstein Junior Mel Brooks sceglie un modello di comicità un po’ diverso dal solito, è per arrivare a un finale dal significato speciale, in cui lo scambio tra Frankenstein e la sua creatura si fa messaggio politico.

di Leonardo Strano

La bomba e la colpa

La bomba e la colpa

Il finale di Il processo di Orson Welles si differenzia da quello del romanzo di Franz Kafka per la sua scelta di trasformare l’orrore della condizione umana in qualcosa che deve essere urlato, e non nascosto in un vicolo.

Ha gli occhi che bruciano

Ha gli occhi che bruciano

Nel finale di Dies Irae di Carl Theodor Dreyer, la prospettiva laica, ma non per questo distante, del regista prende forma nell’ultima immagine, un’ombra densa di significato.

di Marco Grifò

Una ferita che pulsa

Una ferita che pulsa

L’incubo terrificante con cui si conclude Non aprite quella porta rappresentò per gli spettatori dell’epoca anche il crollo delle più radicate certezze, racchiuse in immagini che vengono letteralmente tagliate a pezzi, per essere riscritte.

di Leonardo Strano

La verità irreperibile

La verità irreperibile

Il finale di Le vite degli altri di Florian Henckel von Donnesmarck suggerisce che conoscere la verità non sia sufficiente, se rimane elemento impossibile da comunicare al mondo esterno.

Il muro di vetro

Il muro di vetro

Il finale di Colpire al cuore di Gianni Amelio, con il lento avvicinamento a un buco così simile a una serratura, suggerisce che sia la prospettiva da cui si guarda, a rendere incerta la distinzione tra vittime e carnefici.

di Marco Grifò

Sono solo io?

Sono solo io?

Il finale di Personal Shopper potrebbe inquietare o spaventare, ma dietro la ghost story e il thrilling si cela una riflessione sul mondo contemporaneo, sulla solitudine, sul rapporto tra noi e gli altri, sulla ricerca di identità.

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