«Avevamo studiato per l’aldilà
un fischio, un segno di riconoscimento.
Mi provo a modularlo nella speranza
che tutti siamo già morti senza saperlo».
(Eugenio Montale)


Secondo Michele Mari, «per fare un fantasma occorrono una vita, un male, un luogo». Ma cosa serve per contattarne uno? Non esistono istruzioni per l’uso, nemmeno per la medium Maureen, che in Personal Shopper (2017) è in attesa di un segno dall’aldilà da parte del gemello Lewis, morto sei mesi prima. Dotata come il fratello di capacità chiaroveggenti, Maureen è in cerca di spettri (e di risposte), percepisce delle vibrazioni, ma non sa come interpretarle. Il dubbio rimane, fino alla fine. E la scena conclusiva di questo bellissimo film di Olivier Assayas mantiene quella perfetta ambiguità che permea tutto il racconto.

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Personal Shopper

Nell’ultima sequenza, Maureen lascia Parigi e viaggia verso l’Oman per raggiungere il partner Gary. Giunta al suo alloggio, si accorge che qualcosa sta succedendo: un bicchiere di vetro fluttua a mezz’aria e poi cade a terra, rompendosi in mille pezzi.

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Personal Shopper

È ciò che era accaduto poco prima, in Francia, a casa della fidanzata di Lewis, quando una sagoma (un riflesso) maschile compare brevemente alle spalle di Maureen, che infatti non lo vede.

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Personal Shopper

Ora però uno spettro è di fronte a lei, invisibile ma presente. E allora la medium gli parla, nella speranza che si tratti del gemello scomparso: a ogni domanda segue un rumore sordo, un colpo per il sì due per il no, come nelle sedute spiritiche praticate da Victor Hugo e messe in scena in uno sceneggiato anni 60 recuperato su YouTube - in realtà ricostruito ad hoc dal regista, immagine fittizia, anch’essa fantasmatica.

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Personal Shopper

Con chi sta parlando Maureen? Chi c’è dall’altra parte? Potrebbe essere davvero Lewis, che finalmente “si mostra”, tenendo fede al giuramento fatto in vita tra i due (il primo che muore manda un segno all’altro), oppure no; quei tonfi sono messaggi da uno sconosciuto, come gli SMS sull’iPhone. «Lewis, sei tu?». Silenzio. «O sono solo io?». Un colpo.

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Personal Shopper

Qui si chiude il dialogo ectoplasmatico e insieme Personal Shopper, che sotto la ghost story e dietro il thrilling parla del contemporaneo, di un oggi scandito da un virtuale fatto di spettri, un presente iperconnesso che però fa sentire soli e alimenta un delirio narcisistico. Infatti l’ultima parola del film è “io”: la caccia ai fantasmi di Maureen è anche, e soprattutto, una ricerca di sé, della propria identità indefinita, del proprio corpo, nascosto sotto gli abiti informi che indossa e poi esaltato dai vestiti costosi che appartengono a qualcun altro, alla sua capa, la VIP Kyra, di cui la protagonista è quasi il doppio, l’ombra - ancora Kristen Stewart nei panni di un’assistente dopo Sils Maria (2014).

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Personal Shopper

Sono solo io, ma io chi? Maureen prova a scoprirlo mettendo insieme gli ambigui segnali dall’aldilà, evanescenti e impercettibili come l’etere: «Il soggetto del film è il nostro rapporto con l’invisibile», spiega Assayas in un’intervista (vedi Film Tv n. 14/2017), e quindi anche il rapporto con l’immaterialità dell’universo digitale. «È difficile avere accesso al mondo degli spiriti», dice Maureen, ma la conversazione con gli spettri non è meno frustrante e incerta di quella che viaggia su smartphone e pc (i messaggi dello stalker, ma anche la relazione a distanza via Skype tra Maureen e il fidanzato); il modo di comunicare attraverso le nuove tecnologie è così simili a una seduta spiritica - «i media sono sempre apparecchi in volo lanciati verso il grande Oltre» scriveva Friedrich Kittler in Grammofono, film, macchina da scrivere -, alla fine della quale il medium rimane davanti a un tavolo vuoto, l’io di fronte a uno schermo nero che riflette se stesso, senza risposte sicure, con un solo colpo da decifrare.

Autore

Giulia Bona

Giulia Bona è nata a Voghera e ha studiato a Milano, dove si è laureata in Lettere moderne e Studi cinematografici con una tesi su Agnès Varda e il riciclaggio creativo. Riempiva quaderni di storie e pensieri, dava inchiostro alla sua penna sul giornalino della scuola, ora scrive per Film Tv. Ama leggere, i sentieri di montagna, la focaccia e sorride quando vede un cane.

Il film

locandina Personal Shopper

Personal Shopper

Drammatico - Francia 2016 - durata 105’

Titolo originale: Personal Shopper

Regia: Olivier Assayas

Con Kristen Stewart, Lars Eidinger, Sigrid Bouaziz, Anders Danielsen Lie, Ty Olwin, Hammou Graïa

Al cinema: Uscita in Italia il 13/04/2017

in streaming: su Amazon Prime Video Apple TV Google Play Movies Rai Play