A rivederlo oggi, Beetlejuice soffre un po’ a sorpresa la mancanza di ritmo, come se il tempo non fosse passato invano. Lo spiritello di Michael Keaton non appare né così distruttivo né tantomeno porcello, e il film più bislacco che folle. Sorprendentemente - specie dopo aver visto Tim Burton trasformarsi nel dispensatore di un universo risaputo - questo nuovo e non necessario sequel procede a rotta di collo, con un ritmo indiavolato e una serie di invenzioni che fanno rifiorire sullo schermo la creatività macabra e godereccia che ha reso il suo autore un’icona da museo. Dalla trama mancano i protagonisti del primo film, i coniugi Maitland che tornavano come fantasmi nella loro casa per scacciarne i nuovi proprietari (la famiglia Deetz, che invece torna al completo, morti compresi), prevedibilmente se ne aggiungono altri (tra cui il personaggio interpretato da Jenna Ortega, Astrid, figlia di Lydia, la ragazzina sensitiva e dark che nel frattempo è diventata adulta e conduce un programma di fantasmi in tv, sempre interpretata da Winona Ryder), ma Burton non cerca né di aggiornare il suo immaginario, né di celebrarlo. Semplicemente lo raddoppia.
Il passaggio tra la realtà della small town centro dell’azione e la sua ricostruzione in un plastico è ripreso letteralmente dal primo film (era il 1988, e colpisce quanto quell’incipit ricalchi quello di Velluto blu, 1986), così come del resto quello scanzonato e buffo tra aldiquà e aldilà. Tutto quanto, in realtà, a cominciare dal titolo, in Beetlejuice Beetlejuice ha il suo contraltare o la sua ripetizione: la vita ha la morte; Beetlejuice (Keaton, ovviamente) una prima moglie venuta dal passato (Delores, che ha il corpo pinzato di Monica Bellucci - e la scena della sua “ricomposizione” è notevole); Lydia ha Astrid e due promessi sposi (Beetlejuice, per chi ricorda la vecchia trama, e il viscido produttore Rory di Justin Theroux); Astrid un innamorato e soprattutto due fantasmi; sua nonna Delia (ancora Catherine O’Hara) il ricordo del marito Charles, il quale si aggira sperduto e senza testa tra i morti...
Perché il senso di questi continui giochini di ripetizioni e sostituzioni è una bella, per nulla pretenziosa e a volte quasi commovente riflessione sulla necessità di completare il vuoto che accomuna vivi e morti, spiriti e umani. Un tema di certo non nuovo per Burton, che però da almeno vent’anni non si vedeva affrontato in una versione altrettanto fresca e scanzonata (vedere per esempio il momento musical con MacArthur Park cantata dall’intero cast, che quasi pareggia la celebre danza con Banana Boat Song). Se, insomma, ormai da tempo Hollywood ha deciso di riprendere e celebrare i film più famosi degli anni 80 (compreso Ghostbusters, a cui all’epoca Beetlejuice fu erroneamente accostato), Burton si allinea alla moda ma a modo suo: non piange il morto, nemmeno lo commemora (per chi lo fa, in questo film, il destino è triste...), ne ricompone i pezzi uno a uno, fino a ottenere un insieme che incredibilmente sta in piedi...
Il film
Beetlejuice Beetlejuice
Horror - USA 2024 - durata 104’
Titolo originale: Beetlejuice Beetlejuice
Regia: Tim Burton
Con Jenna Ortega, Justin Theroux, Monica Bellucci, Michael Keaton, Winona Ryder, Willem Dafoe
Al cinema: Uscita in Italia il 05/09/2024
in streaming: su Rakuten TV Apple TV Microsoft Store Amazon Video Timvision Google Play Movies
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta