«Chi è il mostro?», la domanda diventa cantilena infantile, rivolta obliquamente allo spettatore. Chi è il colpevole? Indizi fuorvianti, secondo le regole del giallo. Se brucia un palazzo, sarà stato Minato (Soya Kurokawa) che porta nello zaino di scuola un accendino elettrico, e se il ragazzino torna a casa con l’orecchio sanguinante il responsabile sarà il maestro, e se ancora lui, bello e imbronciato, scaraventa in classe libri e quaderni è probabilmente una vittima di bullismo o al contrario un bullo. La tensione cresce nelle aule azzurrine della scuola in qualche parte nell’“isola sospesa nel cielo”, come in un film d’animazione Ghibli.

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L'innocenza (2023) scena

La madre single (Sakura Andô) di Minato convoca gli insegnanti e si scontra con un mutismo reticente. Inchini, scuse, silenzio. Il malessere si diffonde e i colori pastelli sfumano nel buio. Titolo originale, Kaibutsu, e con la traduzione Monster il film è approdato in Concorso al 76° Festival di Cannes, dove ha vinto il premio per la migliore sceneggiatura di Yûji Sakamoto (Kore-eda questa volta gli lascia il posto), autore di dorama, serie tv su problemi familiari da districare. Sarà questa incursione da detective story emozionale a dolcificare il consueto ritratto di famiglia del regista giapponese, nonostante i suoi lati oscuri. Una famiglia, quella di Kore-eda, dall’apparenza lirica dove si annidano fantasmi inconfessabili, peccati e bugie. Qui, l’affresco dai colori tenui spezza il ritmo a ogni cambio di posizione della cinepresa. Tre o quattro psico-angolature diverse, tagli secchi di montaggio per gelare azione ed emozione. Rashomon? Non ci sono verità diverse, ci sono solo immagini false.

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L'innocenza (2023) scena

La musica dell’indimenticabile Ryûichi Sakamoto fiancheggia (per sole due composizioni, prima della morte) la disperazione del ragazzino in bilico tra infanzia e primi desideri. Un bambino dalla gioia irrefrenabile, Yori (Hinata Hiiragi), compagno di classe, è tempestato di scherzi atroci perché, effeminato, sa tutti i nomi dei fiori, ma Minato non lo difende, non ha il coraggio di rivelare il suo affetto. La leggerezza dei loro incontri segreti, corse nei prati, intese e feste si spegne nell’istituzione scolastica, che pure nasconde un terribile mistero, un altro. Chi ha ucciso la nipote della direttrice, schiacciata da un’auto in retromarcia?

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L'innocenza (2023) scena

Nessuno sembra capire il dorama, neppure il giovane e gentile maestro Hori (Eita Nagayama) che racconta la storia a modo suo, e fruga tra i segreti di penna e di sguardi dei due amici. Unico rifugio di Minato e Yori, un vagone di treno dismesso in mezzo alla boscaglia, arredato come se fosse Natale. Kore-eda torna in Giappone, dopo le incursioni in Corea e a Parigi, e mette in scena una madre abbandonata (il marito è morto in un incidente accanto alla sua amante) apprensiva e “cieca” e un padre vedovo e macho che insulta il troppo dolce figlioletto dal «cervello di maiale». Frantumi familiari. Così, il gioco preferito dei due amici è chiedersi che forma prenderà il loro kami, lo spirito divino shintoista, dopo la morte. A Cannes 2023, il film ha vinto anche la Queer Palm.

Autore

Mariuccia Ciotta

Mariuccia Ciotta, giornalista e critico cinematografico, autrice di programmi radio-televisivi, ha scritto saggi e libri su autori e generi. Tra le sue pubblicazioni: Walt Disney – Prima stella a sinistra (Bompiani), Da Hollywood a Cartoonia (manifestolibri), Un marziano in tv (Rai/Eri), Rockpolitik (Bompiani), il Ciotta-Silvestri - Cinema (Einaudi), Il film del secolo (Bompiani). Ha diretto il quotidiano il manifesto.

Il film

locandina L'innocenza

L'innocenza

Drammatico - Giappone 2023 - durata 125’

Titolo originale: Monster

Regia: Hirokazu Koreeda

Con Sakura Andô, Eita Nagayama, Soya Kurokawa, Hinata Hiiragi, Haruo Tanaka

Al cinema: Uscita in Italia il 22/08/2024