Nonostante l’elemento fondamentale del western sia da sempre lo spazio (lo spazio della Frontiera da strappare ai nativi, lo spazio della legge da opporre allo spazio della wilderness), in Horizon il vero tema è il tempo. Il tempo, ovviamente, con cui l’ovest è stato conquistato, dagli sparuti insediamenti delle sequenze iniziali di questo primo capitolo alle carovane di metà Ottocento che attraversano territori compresi tra il Kansas e il Wyoming del resto del racconto; il tempo ampio di una sequenza come quella dell’assedio apache a uno dei primi villaggi bianchi, che ha una durata fuori formato oltre la mezz’ora e porta dentro il dramma disumano, senza buoni o cattivi, tra chi una terra la cerca e chi una terra la difende. O il tempo concreto di un racconto di almeno 12 ore, al momento composto di due capitoli (il secondo uscirà il 15 agosto), con un terzo in fase di riprese e un quarto in cantiere, che sfida il formato televisivo sul piano della durata e della narrazione.
Su “Variety” Owen Gleiberman ha fatto notare come nell’era degli studios quasi tutti i western durassero più o meno due ore, e così i western revisionisti successivi, e che per la cosa ci fosse una ragione: «Era tutto il tempo di cui avevano bisogno», ha scritto. Ma nel caso di Horizon e del suo omaggio al western (più a quello classico che a quello revisionista), il nocciolo è proprio ciò di cui ha bisogno, oggi, questo genere per rivivere sullo schermo ed essere credibile. Ha bisogno di tempo, per l’appunto, e di spazi, storie, personaggi e dettagli che strappino alla serialità il monopolio della costruzione di universi ampi nei quali lo spettatore possa ritrovarsi e dimorare. Horizon non intreccia le sue tante vicende - quella di una madre (Sienna Miller) e di una figlia sopravvissute a un attacco indiano e accolte da una squadra dell’esercito guidata da un ufficiale (Danny Huston) e un tenente (Sam Worthington); quella di un cowboy (Kevin Costner) e di una prostituta (Abbey Lee) che accudisce il figlio di una collega (Jena Malone) rapita dalla famiglia dell’uomo che l’ha messa incinta; quella di una carovana guidata da un tracker (Luke Wilson) alle prese con una bizzosa coppia inglese; quella di una tribù apache costretta a emigrare nonostante la tenacia del suo capo (Gregory Cruz)... -, ma le accumula evitando di sfoggiare un’abilità di scrittura da showrunner (la sceneggiatura è dello stesso Costner e di Jon Baird), concentrandosi al contrario sui singoli tasselli del mosaico.
Il piacere di questo primo capitolo è il piacere di ritrovare qualcosa che non è invecchiato ma che è andato perduto (dunque, qualcosa di classico): John Ford nei duetti tra una signora e un militare; Gary Cooper nella presenza attoriale di Costner; la sbrigatività anti drammatica di Arthur Penn nei duelli; l’umanesimo di Anthony Mann... E poi, semplicemente, il fatto di vedere un film quasi privo di effetti digitali (giusto un ritocco per le scene di pioggia) e totalmente di droni: perché, si sa, al cinema ciò che veramente conta è la linea dell’orizzonte...
Il film
Horizon: An American Saga - Capitolo 1
Western - USA 2024 - durata 181’
Titolo originale: Horizon: An American Saga - Chapter 1
Regia: Kevin Costner, Robert Legato
Con Jena Malone, Kevin Costner, Isabelle Fuhrman, Sienna Miller, Sam Worthington, Will Patton
Al cinema: Uscita in Italia il 04/07/2024
in streaming: su Amazon Video Apple TV Microsoft Store Rakuten TV Google Play Movies Timvision Mediaset Infinity
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