Tashi, Art e Patrick sono promesse del tennis in momenti diversi del film a un passo dal diventare star di primo livello oppure atleti costretti alla resa e al ritiro. Tashi gioca a sedurre entrambi, poi si fidanza con Patrick, infine sposa Art. I due ragazzi, dapprima amicissimi poi rivali, si ritrovano in campo a giocarsi la finale dell’ATP Challenger Tour, il torneo maschile che permette ai giocatori di seconda fascia di accedere alla classifica dei migliori.
Tre personaggi, tre corpi, una partita definitiva per stabilire relazioni, attrazioni, sentimenti. Luca Guadagnino non parte da un interesse specifico per lo sport, il tennis, che difatti non c’è, ma il campo da gioco è il perimetro stretto, limitato, dove far detonare passioni invece potenzialmente illimitate. La metafora non è nuova nel cinema sportivo (al quale sia ben chiaro Challengers non appartiene, benché le scene agonistiche siano eccellenti), a fare la differenza sono l’energia e l’originalità con la quale viene trattata. Prima di tutto a livello di sguardo. Non uno: mille. Che alla fine ritornano uno, anzi tre, perché l’asse imperfetto dei punti di vista (imperfetto perché mai lineare, atteso, scontato), tra soggettive “inorganiche” (la racchetta, la pallina...), riporta sempre a Tashi, Art e Patrick. La partita finale di tennis che “contiene” il film, essendo costruita per ellissi, la studieremo a lungo, un po’ come il triello di Sergio Leone in Il buono, il brutto, il cattivo. Leone forse a Guadagnino piace meno di Bernardo Bertolucci, eppure qui si ritrova quella sperimentazione nel montaggio e nella colonna sonora più riconoscibile nel primo che nel secondo. Zendaya diventa spettatrice di una performance agonistica che è in verità sessuale.
Il match tra Josh O’Connor e Mike Faist, un crescendo di intensità e sudore, è l’equivalente di un action movie erotico, con tanto di fight (o per meglio dire game) coordinator, ovvero la persona che insieme a collaboratori qualificati nel cinema d’azione fa da consulente per le scene d’azione. In questo caso parliamo di tennis e di Brad Gilbert, in passato già allenatore di Andre Agassi, con il quale Zendaya si è allenata tre mesi prima di entrare sul set, sul campo da gioco. Quindi, ricapitolando: Challengers è per Luca Guadagnino un progetto su commissione, da una sceneggiatura di Justin Kuritzkes proposta dalla produttrice Amy Pascal, ma diventa un film fortemente personale dove far confluire, in forma inedita e con una dinamica nuova, alcune sue ossessioni mélo, sulla base di un’idea di storia erotica che da Io sono l’amore a A Bigger Splash fino a Chiamami col tuo nome non può essere raccontata se non per scarti, frammenti, elllissi, misteri, senza schemi. Il triangolo nel melodramma dell’autore è un poligono con tre amanti che rifuggono la geometria: si abbandonano, ritornano, se ne vanno di nuovo lasciando solo la traccia vibrante della loro sensualità, l’aura dei corpi che vivrà per sempre nei luoghi e negli sguardi come le figure fantasmatiche di Suspiria. Grande cinema.
Il film
Challengers
Drammatico - USA 2024 - durata 131’
Titolo originale: Challengers
Regia: Luca Guadagnino
Con Zendaya, Josh O'Connor, Mike Faist, Heidi Garza, Faith Fay, Christine Dye
Al cinema: Uscita in Italia il 24/04/2024
in streaming: su Microsoft Store Apple TV Rakuten TV Google Play Movies Amazon Prime Video Amazon Video
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