Classico contemporaneo del cinema queer e scandaglio psicologico certosino di due caratteri inquieti, Weekend di Andrew Haigh si apre e si chiude con due larghe prospettive su Nottingham, il suo cielo plumbeo e le sue casette dai comignoli allineati. Solo che l’immagine finale ha una macroscopica differenza rispetto a quella iniziale: a occupare la parte sinistra dello schermo è l’alto palazzo in cui vive Russell, ed è una colata di cemento che, in quell’inquadratura, fa realmente la differenza.
Russell una sera per caso incontra Glen in un gay bar e si innamora. Glen sta per partire e non gliene frega niente del parere altrui; Russell fa il bagnino in una piscina e non ha mai fatto coming out con persone fuori dalla sua stretta cerchia di amici. Alla fine dovranno salutarsi in quello che definiscono il loro “Notting Hill moment”, anche se ammettono che nessuno dei due ha mai visto il film di Roger Michell.
Andrew Haigh deve quindi raccontare il loro saluto. Il set è la stazione ferroviaria di Nottingham, perché Glen deve prendere il treno che lo porterà negli Stati Uniti per i successivi due anni. Russell l’ha raggiunto perché è un tipo romantico nonostante non sia pronto ad ammetterlo. I due cominciano a parlarsi sulla banchina, in un campo largo ostacolato da una rete, quasi sullo sfondo del camminare confuso della gente, e dello sguardo indispettito e omofobo di alcuni ragazzi. Ma la camera ignora le comparse, resta ferma sul suo palcoscenico e costringe la rete a ritirarsi nell’out of focus mentre zooma lentamente sui due ragazzi.
All’inizio la rete è come il rumore della stazione che offusca il dialogo fra Glen e Russell, disperdendolo nel brusio e tra le parole dagli altoparlanti. Improvvisamente però è Haigh a decidere che loro sono il centro: il sottofondo si attutisce e finalmente i due, dacché non si sentivano, cominciano a popolare la traccia audio. Glen maledice Russell per essere venuto e aver reso tutto più difficile; Russell vorrebbe reagire ai commenti indignati di alcuni passanti, volgendo lo sguardo altrove, dimenticandosi che in realtà nell’inquadratura ci sono solo loro. Glen lo riporta a sé dandogli un regalo, e finalmente lo saluta.
Alla fine rimane solo Russell, fermo alla finestra a guardare Nottingham. Il suo palazzo è la colata di cemento che Glen disdegna tanto, ma forse quella colata può finalmente rientrare nella grande panoramica su Nottingham. Glen, aspirante artista che sogna di smantellare le narrazioni etero per farle deflagrare in nuove prospettive omosessuali, ha forse fatto capire a Russell di esistere per quello che è, anche in un sistema che vuole case tutte uguali e blocchi di cemento.
Gli ha chiesto di raccontare per lui ad una radiolina, per il suo tape art project, le sue sensazioni durante la loro prima notte di sesso, e poi gli ha chiesto di fingere con lui di fare coming out, per farsi finalmente dire che si può essere fieri di lui più di quanto lo si possa essere per il primo uomo sulla Luna. Nel finale Russell è fermo, si è lasciato dietro il fantasma di Glen, ma finalmente è apparso lui, pur in tutta la natura contraddittoria della cosa, sgraziato blocco di cemento finalmente degno di imporsi in un largo panorama.
Il film
Weekend
Drammatico - Gran Bretagna 2011 - durata 96’
Titolo originale: Weekend
Regia: Andrew Haigh
Con Tom Cullen, Chris New, Loretto Murray, Sarah Churm, Jonathan Race, Laura Freeman
Al cinema: Uscita in Italia il 10/03/2016
in streaming: su Amazon Prime Video Rakuten TV Timvision
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