È lunga la strada dell’addio. Lo sa Mahito, dodicenne nella Tokyo del Secondo conflitto mondiale, la cui madre viene uccisa in un raid aereo e diventa un’immagine irraggiungibile. Lo sa Hayao Miyazaki, che quella strada la carezza da tempo. E lo sanno i suoi mondi, sui quali il sentimento della fine è sempre aleggiato, mai, però, sabotandoli: il fantastico ha sempre operato una schermatura sufficiente. Almeno fino a questo romanzo di formazione, che usa il libro di Genzaburô Yoshino E voi come vivrete? (1937) come traccia, partendo dal crudo reale (autobiografico: la colpa paterna, già nel testamentario ma non definitivo Si alza il vento, 2013) e tentando di svincolarsene. Invano.

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Il ragazzo e l'airone (2023) locandina

L’isekai, sottogenere fantasy dove i protagonisti si ritrovano in un universo parallelo, da dispositivo almeno temporaneamente taumaturgico che era, in Il ragazzo e l’airone si scopre fallace. Sviluppato nel corso di un travagliato lustro (anni pandemici compresi), è il film col quale il sensei si domanda se il suo cinema, oggi, abbia ancora un senso; se non si sia oramai disunito. L’atto della creazione è per lui una croce, una tortura senza conciliazione perché l’armonia può esistere solo per un attimo, e solo fra le immagini; non, però, quelle di Il ragazzo e l’airone, opera-mondo apertamente oscura, quasi una stilizzazione tematica del suo immaginario, e per nulla intimorita dal proprio ramificato simbolismo.

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Il ragazzo e l'airone (2023) scena

La struttura della terra altra è infatti complessa nei suoi ruoli archetipici (maschili e femminili: i primi ambigui e tormentati, i secondi materni e impertinenti) e nelle sue manifestazioni allegoriche: l’imprevedibilità tutta umana dell’airone cenerino (figura mitologica imperscrutabile e araldica), la violenza dei parrocchetti, la prigionia depressiva della matrigna di Mahito, e il dilemma dei pellicani e dei Warawara, che esprime non solo una minaccia prenatale (si è in pericolo ancor prima di venire alla luce, forse proprio per la gioia incosciente di desiderarlo) ma pure una verità poetica dell’autore, ossia che la natura non è una madre benigna, non è connotata umanamente, semplicemente è.

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Il ragazzo e l'airone (2023) scena

L’uomo, al contrario, possiede il libero arbitrio, un peccato originale che allude all’autodistruzione (la ferita di Mahito) ma anche a una responsabilità. È tuttora questa consapevolezza il tesoro dei mondi miyazakiani, ma non è in essa che questi si risolvono, coltivando il loro mistero al di là delle inquadrature (dove va Yubaba di notte? Qual è l’origin story di Lady Eboshi? E quella dell’airone?). La vita si muove sempre fuori campo, a una soluzione non si può pervenire: tocca, allora, accettare quello che c’è, in un esercizio (un haiku cinematografico) di economia e pacificazione. E tuttavia, non trovandola, Miyazaki si chiede infine cosa ci sia ancora. Cosa cioè possono dirci, e dirgli, oggi, le sue case che camminano, i regni volanti, i treni sull’acqua? Forse, che con la speranza si sopravvive, ma che di speranza non si può più vivereIl ragazzo e l’airone è un film, prima che grandissimo, quintessenziale, come la partitura struggente di Joe Hisaishi.

Autore

Fiaba Di Martino

Fiaba Di Martino è nata nel 1991, a un passo dal cinema Arcadia di Melzo, sua seconda casa e tempio irrinunciabile; è diplomata alla Scuola Civica di Cinema e Televisione Luchino Visconti di Milano (indirizzo scrittura cinetelevisiva) e si occupa dal 2016 di giornalismo e critica cinematografica per il settimanale cartaceo Film Tv e relativo sito web. Ha lavorato per MyMovies e Best Movie, collabora con Tv Sorrisi & Canzoni e con Gli Spietati. Insieme a Laura Delle Vedove nel 2016 ha scritto la monografia Xavier Dolan – Il sentimento dell'invisibile (Sovera Edizioni) e dal 2023 cura per il Cinema Farnese Arthouse di Roma le rassegne Arthouse Award e Nuova onda.

Il film

locandina Il ragazzo e l'airone

Il ragazzo e l'airone

Animazione - Giappone 2023 - durata 125’

Titolo originale: Kimitachi wa dô ikiru ka

Regia: Hayao Miyazaki

Al cinema: Uscita in Italia il 01/01/2024

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