Nell’ultimo film del 2023, Foglie al vento, Aki Kaurismäki utilizza con prudenza e parsimonia la sinfonia numero 6 di Tchaikovsky, la leggendaria Patetica, in momenti imprevisti e apparentemente superflui. La melodia ben si adatta in realtà a una storia d’amore semplice e universale che combatte contro il volere del destino. Nel 1990, però, Kaurismäki aveva fatto una scelta ben diversa in un altro suo film: dopo 25 secondi di Patetica alla radio, la protagonista Iris (l’attrice feticcio del regista finlandese, Kati Outinen) cambia stazione, e si sintonizza su una frequenza che trasmette Kuinka saatoitkaan di Olavi Vitra, il “Re” del tango finlandese. È qui che inizia il finale di La fiammiferaia.
Iris lavora in una fabbrica di scatole di fiammiferi, e fa parte dell’alienante catena di montaggio che monta, sistema e imballa senza sosta. I suoi momenti di svago dal lavoro risiedono in una vita familiare fredda e ostile, in cui lei si occupa di tutto e i genitori non le riservano mai un grazie, e in una vita mondana ripetitiva, fatta di pub e sale da ballo dove con difficoltà fa conoscenze interessanti. Una sera però Aarne la invita a ballare e lei si innamora, concedendosi a lui la notte stessa. Sarà ben chiaro fin da subito che per lui era solo una scappatella; il problema è quando Iris rimane però incinta.
All’inizio del finale del film, Iris siede su una poltrona dopo aver preparato l’ennesimo pasto ai suoi familiari, condendo la bottiglia d’acqua con del veleno. Nei momenti precedenti del film, aveva già avvelenato Aarne drogandogli un bicchiere, e aveva pure, molto comicamente, allungato il whiskey dell’avventore di un bar dove si era rinchiusa a leggere. Adesso ha deciso di fare piazza pulita anche dei suoi lugubri genitori, e guardando la scena da fuori dalla porta della sala da pranzo si mette a fumare e fa partire la radio, con uno sguardo drammatico e risoluto.
Dopo le poche note di Tchaikovsky, le parole di Olavi Vitra parlano della vita di Iris col tono descrittivo che contraddistingue sempre le scelte musicali di Kaurismäki. “Come hai potuto trasformare i miei dolci sogni in oziose fantasie”, mentre Iris si alza e, sempre fumando, guarda da un’altra prospettiva i genitori morire. “I miei occhi contemplavano la terra fredda e crudele”, mentre uno stacco improvviso ci riporta alla fabbrica, dove Iris sta lavorando alla catena di montaggio.
“Il fiore dell’amore non brillerà più, i tuoi occhi freddi e il tuo gelido sorriso l’ha lasciato fuori”, e subito dopo due poliziotti le si avvicinano alle spalle, si presentano e la portano via. Vitra è in quel momento muto, i poliziotti non si sentono e i rumori della fabbrica sembrano qualcosa di lontano. L’immobile finale di La fiammiferaia lascia lo spettatore con una grande stanza vuota, con un mondo che ha impedito la felicità, con un destino raggelato. I piccoli miracoli dei suoi film successivi porteranno Kaurismäki forse a più miti consigli: nel 1990, invece, la (non) piccola fiammiferaia si ribellava contro il mondo crudele, senza smuoverlo però dalla sua tetra indifferenza.
Il film
La fiammiferaia
Drammatico - Finlandia/Svezia 1989 - durata 70’
Titolo originale: Tulitikkutehtaan tyttö
Regia: Aki Kaurismäki
Con Kati Outinen, Elina Salo, Esko Nikkari, Vesa Vierikko, Silu Seppälä
in streaming: su MUBI MUBI Amazon Channel
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