Alture sopra Grenoble. C’è un cadavere, a terra, sulla neve. È il corpo di uno scrittore in crisi, proprietario di una casa fuori dal mondo, abitata insieme alla moglie tedesca (scrittrice di maggior successo), l’undicenne figlio (ipovedente a causa d’un incidente - causato dal padre?), e un cane (che poi - spoiler innocente - risulta cruciale). La caduta è dal terzo piano, il punto è la dinamica taciuta dal racconto: suicidio, omicidio o incidente? Il processo nei confronti della donna (Sandra Hüller, che in un film in cui si discute di confine tra fiction e non-fiction si chiama Sandra) comincia.

Milo Machado Graner
Anatomia di una caduta (2023) Milo Machado Graner

La Palma d’oro 2023 (oltre un milione di spettatori in patria, più di otto milioni di dollari incassati nel mondo, ma non il film proposto dalla Francia per gli Oscar, quello è La passion de Dodin Bouffant di Tràn Anh Hùng) è un’opera di due ore e 30 minuti sul potere e i poteri dietro le parole, tutte diligentemente o sadicamente messe a processo per riempire il vuoto di quella morte non rappresentata, un buco che apre il discorso, che fa proliferare i discorsi (il cinema di Triet, ne abbiamo parlato, origina da documentari su coreografie e retoriche della politica, non a caso): sono parole non udite nel baccano della musica, registrate di nascosto per ispirare quelle di un libro, dette in inglese e lost in translation da una tedesca e da un francese, manipolate a favore di uno psicoanalista, ricordate, forse scelte, da un bimbo. «Non l’ho ucciso», dice Sandra all’avvocato. «Non me ne fotte niente della realtà» le risponde lui poi. Ma non è tanto una modernista e ormai superata e umiliata relatività del vero quel che interessa a Triet, in questo film che parafrasa, aggiorna e risponde ad Anatomia di un omicidio di Preminger.

Sandra Hüller
Anatomia di una caduta (2023) Sandra Hüller

Si tratta di mettere in luce in primis gli automatismi, gli a priori, gli storytelling già dati, e di certificare la fallacia di questi tendenziosi schemi interpretativi del mondo (anche patriarcali, certo, ma non è mai il punctum del film, solo un elemento ulteriore, poi strumento di polemica per giornalisti cretini) di fronte al quotidiano di una coppia e di una famiglia, all’enigma impenetrabile del loro fragile e inspiegabile equilibrio. Come possono le parole dette a un terapista essere considerate prove e non all’opposto sfoghi irosi, autofiction catartiche e rincuoranti? Come è possibile cercare tracce di vero in un romanzo ispirato a fatti reali? Come spiegare che un rapporto extraconiugale non è sempre un tradimento? Come dimostrare che essere bisessuale non significa volersi accoppiare con ogni forma di vita? Ma soprattutto: come raccontare quella serie di spinte e controspinte silenziose, compromessi e sacrifici non detti, spazi concessi, perduti e taciuti che tengono insieme due persone, i loro dolori, i loro desideri? Non è da poco che il film si risolva con la deposizione del figlio, con il suo doppiare (e dunque falsificare?) il ricordo delle parole del padre: anche in questa scelta Anatomia di una caduta si rivela per quello che è, ovvero un grande film su come funziona l’amore, al netto di ogni opinione, oltre ogni possibile verità.

Autore

Giulio Sangiorgio

Dirige Film Tv, co-dirige I mille occhi di Trieste, programma cinema, festival, rassegne, insegna (alla Iulm), sviluppa (progetti di film di giovani registi, per Milano Film Network), e, soprattutto, sopporta. Sopporta tantissimo.

Il film

locandina Anatomia di una caduta

Anatomia di una caduta

Thriller - Francia 2023 - durata 151’

Titolo originale: Anatomie d'une chute

Regia: Justine Triet

Con Sandra Hüller, Samuel Theis, Swann Arlaud, Jehnny Beth, Milo Machado Graner, Saadia Bentaïeb

Al cinema: Uscita in Italia il 26/10/2023

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