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L'avvertimento

Regia di Daniel Calparsoro vedi scheda film

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La recensione su L'avvertimento

di scapigliato
8 stelle

Le categorie del fantastico sono una forma critica e di rappresentazione del mondo e della vita, e il cinema spagnolo, come la letteratura spagnola, è sempre stato attratto dal fantastico, dal bizzarro, dall’enigmatico per raccontare la propria società e la sua visione sensibile del mondo. Ed è per questo che, rispetto ad altri paesi mediterranei, quindi neolatini, quindi cattolici, la Spagna è l’unico paese ad avere una lunga tradizione nel genere, sia al cinema che in letteratura.

Lo conferma Daniel Calparsoro, ottimo regista di action thriller duri e crudi, che decide di confrontarsi con l’inspiegabile. Forse il gioco delle sfasature temporali, purtroppo molto di moda oggi dopo True Detective (Nic Pizzolato, 2014), non è sempre modulato in modo chiaro – “lineare” sarebbe un termine inappropriato per una sfasatura – ma non intacca la riuscita, soprattutto emotiva, della visione. Inoltre, il suo sguardo “sporco” con cui si era fatto notare fin dagli anni ’90 e con cui ha firmato buona parte dei suoi titoli successivi, ritorna in El aviso come contrappunto agli elementi fantastici e inspiegabili che, da tradizione, utilizzano spesso un linguaggio più ineffabile, più etereo, meno urlato e più pulito, quasi fiabesco, anche nella modulazione dei nuclei narrativi e nella grammatica cinematografica.

Inoltre, Calparsoro si avvale di un cast incredibile, tra protagonisti e caratteristi, che va da Raúl Arévalo, matematico con problemi schizofrenici che vede in una serie di massacri avvenuti nello stesso luogo a distanza di più anni un ciclo di morte che va in un qualche modo chiuso per sempre, ad Aura Garrido, madre determinata di un ragazzino delle medie vittima di bullismo e forse destinato a morire in un incontro con l’inspiegabile. Tra loro un valzer di volti che, anche per pochi minuti, rendono grande il film per le loro caratterizzazioni: Antonio Dechent, Antonio Durán, Luis Callejo, Aitor Luna, Belén Cuesta, Sergio Mur e la storica almodovariana Julieta Serrano.

Se al centro della pellicola c’è la paura, il sentimento disperato del confronto con i propri demoni, soprattutto in età adolescenziale, ma anche adulta, El aviso può anche essere visto semplicemente come una storia che, come tante altre che vogliono tra passato, presente e futuro, cambiare il corso degli eventi, che antepone il gusto per la narrazione e l’intreccio fantastico ad altre tematiche.

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