Il film di Salles è asciutto e vibrante. Ed è magistrale nel rendere il disorientamento di una famiglia (e quindi di una società intera) incredula di fronte ai crimini di stato.
Un trionfo del trucco e parrucco all'ultima moda, ridicolo soprattutto quando riguarda i guerrieri che si contendono la presunta vedova e il regno dell'isola, truccati come ballerini di uno show del sabato sera.
Questo film si rivolge indiscutibilmente a quel pubblico che ama i thriller psicologici e gli horror. Un film che piano piano prende alla gola e diventa un incubo ad occhi aperti.
Non interessato a seguire una trama coerente, il film si sfilaccia in una serie di gag, le situazioni si susseguono senza un filo conduttore ben definito, lasciandoci spesso con la sensazione di assistere ad uno spettacolo di stand up, invece che a un racconto organico.
Una commedia? Un film comico? Oppure demenziale puro? Nunziante e Duro non abbracciano mai una possibile vena "assurda", in quanto uno non è un regista, l'altro non è un attore, ma soprattutto entrambi non sono sceneggiatori.
Siamo molto lontani dalla storica commedia all'italiana, dove si rideva della tragedia. Io sono la fine del mondo ricorre, semmai, alla tragedia per far ridere.
Tratto dalla biografia Dylan goes electric! di Elijah Wald e sceneggiato dal regista insieme a Jay Cocks, A complete unknown è un film trascinante e multidisciplinare che va oltre la leggenda che racconta e che sviscera evitando con cura di avventurarsi in azzardi clamorosi.
Sono molte le nuove uscite della settimana ma sono solo due o tre quelle che aggrediscono seriamente il mercato. Tra questi c'è ovviamente Nicole Kidman con Babygirl ma anche la scream queen di Companion è da tenere d'occhio. Qui la lista completa.
Sulla scia dell'investigatore belga Hercule Poirot, Luigi De Raho e Lorenzo Curti hanno messo all'opera le proprie "piccole celluline grigie" per tentare una ricognizione storico-teorica del whodunit al cinema e in letteratura tutta da vedere e ascoltare.
Mentre un inedito trio di film italiani si tiene stretto le prime tre posizioni del box office arrivano (teoricamente) tantissimi nuovi film da vedere ma sono solo due quelli che hanno sufficiente forza per modificare il podio. Qui la lista, le presentazioni e tutti i trailer.
Girato in un bianco e nero che ha in sé qualcosa di onirico e sfuggente, Ciao Bambino si concentra sull'incontro di due individui che, una volta riconosciute le affinità nelle proprie solitudini, provano ad amarsi. Romantico, struggente, spietato, l'esordio di Edgardo Pistone è un gran bel pezzo di cinema. Italiano, per giunta.
Costruito come una serie tv lungo il filo conduttore degli interventi medici dell’equipe su una variegata e spesso emarginata umanità, il film si configura come un dignitoso prodotto “di genere” a tinte dark con qualche ambizione drammatica ed autoriale.
Più che un film un concerto perenne. Molto agiografico. Nessuna profondità psicologica sul personaggio o aspetti, curiosità della sua vita. Solo molte, molte canzoni. E, trattandosi di un film, non bastano.
Andò fa una scelta coraggiosa proponendo un film in costume su un pezzo di storia patria ormai relegato ai libri di scuola ma in una recente intervista lo ha detto chiaramente che sta parlando di oggi, che dal passato c’è tanto da imparare per capire il presente.
Non si può dimenticare, non si può rimanere in silenzio dopo una notizia del genere, arrivata prematuramente in un mondo in cui l'aspettativa di vita si è ormai alzata. Se neanche voi potete tacere, usate la sezione commenti di questo post per ricordare David Lynch come meglio credete
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