Nasce il Festival di Roma che a quel tempo - e per due anni - aveva la denominazione "Cinema. Festa internazionale di Roma". Proprio nella parola "festa" sta la vocazione che la kermesse intende cavalcare: non un classico festival, ma una grande festa popolare, che nelle intenzioni dei promotori - tra i quali figura in posizione dominante l'allora sindaco di Roma Walter Veltroni, accanito cinefilo - dovrebbe animare la capitale e rendere tutti partecipi dell'evento.
Che la festa non sia un festival lo si vede anche della scelta di non avere una giuria tradizionale fatta di personalità, ma una giuria popolare formata da 50 persone scelte tra le oltre 3000 che si sono candidate e guidate da un esperto, che per la prima edizione è Ettore Scola. Media partner della manifestazione sono il settimanale Ciak e il canale televisivo MTV, mentre il direttore artistico è il critico Goffredo Bettini.
Con un programma di oltre 117 titoli distribuiti nelle varie selezioni ufficiali, più altri 149 titoli nelle rassegne, il festival si rivela un successo e attrae 480.000 visitatori complessivi, richiamati anche dagli eventi collaterali: mostre, concerti, dibattiti.
I film in concorso sono 15, molte le nazioni rappresentate. Gli italiani in gara sono A casa nostra, della Comencini, L'aria salata di Alessandro Angelini, La strada di Levi di Davide Ferrario.
Alla fine sarà la commedia russa Playing the victim a trionfare nel voto della giuria popolare.
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