La seconda edizione del Festival del Cinema di Berlino segue regolarmente la prima, di cui ripete il format con un'importante variazione: la FIAPF (Fédération Internationale des Associations de Producteurs de Films) decide infatti che il Festival tedesco non può avere una giuria ufficiale - riservando tale privilegio solo ai festival di Venezia e Cannes - e pertanto non può assegnare premi. La decisione viene presa con diplomazia dal comitato organizzativo della Berlinale, saldamente nelle mani di Alfred Bauer, consapevole che data la speciale situazione di Berlino il futuro del Festival dipende da scelte politiche prima ancora che culturali o comunque legate all'industria e al mercato cinematografici. I premi, in numero limitato, vengono quindi assegnati mediante votazioni del pubblico.
Scoppia anche il primo dei tanti casi che accompagneranno la storia della Berlinale: al film Othello di Orson Welles viene in un primo momento negata la partecipazione al festival, a causa di un presupposto contenuto anti-tedesco dell'opera. In realtà più che il contenuto del film in sé, ciò che motiva l'esclusione è una serie di commenti e di prese di posizione sulla Germania fatti da Welles nel primo dopoguerra. Quando il comitato fa marcia indietro e decide di invitare il film, che sarebbe stato senz'altro una grande attrazione per la manifestazione, Welles sdegnato rifiuta di inviarlo.
Grande entusiasmo suscita poi la presenza di Billy Wilder, che diffonde ottimismo sul futuro del cinema tedesco.
Va anche notato che la scelta di affidare al pubblico la scelta dei film da premiare ha come risultato il fare passare in secondo piano la presenza al Festival di opere di grande valore culturale, come Rashomon di Kurosawa, Il fiume di Jean Renoir o Miracolo a Milano, di De sica, tutti e tre presenti al Festival.
- Orso d'Oro: Ha ballato una sola estate
- Orso d'argento: Fanfan la Tulipe
- Orso di bronzo: Cry, the Beloved Country