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Adolescence

1 stagioni - 4 episodi vedi scheda serie

Serie TV Recensione

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La recensione su Adolescence

di chinaski
8 stelle

È un mondo alieno eppure ci circonda, quello degli adolescenti (inglesi? Di ogni nazione?), con un loro alfabeto, i codici, i segni e i gesti di riconoscimento, un mondo in cui la tecnologia distrae dal reale (e cosa è reale oggi?) e crea nuove forme di comunicazione e dipendenza, territori inesplorati e pericolosi, dove si rischia di perdersi e smarrirsi, in un labirinto percettivo e cognitivo di cui non si conosce ancora la mappatura precisa (sempre ammesso che possa esistere), perché in continuo cambiamento ed evoluzione.

Un mondo dal quale gli adulti sono esclusi, che osservano o vivono dai margini di silenzi e brevi conversazioni, di cui cercano di interpretare segnali o parole, che diventano, anche per i più attenti, solo interferenze nei loro cicli quotidiani, rumore bianco, disturbo di una stabilità sociale che si basa su una concezione e una conoscenza differente (da quella dei ragazzi) di ciò che hanno intorno (e dentro).

In questa dimensione fisica e psichica instabile, in cui, in Adolescence, filmico e profilmico si (con)fondono e la finzione è talmente ben organizzata da sembrare improvvisata e vera, la macchina da presa si muove fluida e ricettiva, una presenza viva, sempre pronta ad osservare, a registrare ogni singolo frammento di un dramma che avvolge e cela, distrugge e svela, svanisce nei tempi morti, nelle pause, per poi scaraventarci nel pantano sensoriale di domande scomode, violente, disturbanti, i cui tentativi di risposta sono altrettanti terremoti emotivi e psichici, zone d’ombra in cui sembra essere piombata una gioventù che non ha più appigli, punti fermi da raggiungere o a cui aggrapparsi, disorientata dall’assenza di qualcuno (genitore, insegnante, adulto) che sappia dove condurla, come guidarla ed educarla.

Il fallimento è ovunque: nella famiglia, nelle istituzioni, nelle dinamiche. È il caos totale, quello di una società che nella propria organizzazione non riesce più a riconoscere la sua inadeguatezza. Per quanto non ci siano stacchi nella corrente audiovisiva da cui siamo trascinati si ha comunque la sensazione che qualcosa sia andato in frantumi e che la comprensione del passato, di quello che è successo non possa più essere ricomposta. Del presente, invece, non si ha la più pallida idea di come riconfigurarlo in un disegno, un progetto, una forma che gli dia un nuovo significato sociale e umano. E forse lo stile della serie è l’unico modo per raccontare questo spaesamento. 

L’impatto con il materiale di Adolescence è devastante, come il rammarico di chi si accorge di non aver fatto abbastanza, di aver perso, senza nemmeno essersi accorto che la battaglia era in corso e che ci riguardava e riguarda ancora tutti quanti.

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